16/04/2013

GIOVANI / 1 - “VANNO ACCOMPAGNATI NEL LORO PERCORSO”

L’assessore Querzé ha risposto in Aula alle interrogazioni di Ricci (Sel) e Sala (Pd)

Già nel 2009 a Modena circa un giovane su sei tra i 15 e i 29 anni non era impegnato in un percorso di studio, non lavorava e non frequentava master o corsi di formazione o aggiornamento (Neet). Situazione preoccupante senz’altro in peggioramento, anche se a Modena non accompagnata da un calo delle immatricolazioni universitarie, su cui l’Amministrazione comunale deve continuare a orientare le proprie azioni.

E’ in sintesi quanto ha affermato l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzé rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 14 aprile a due interrogazioni, una di Pd e Sel e una del Pd, sui temi degli investimenti in capitale umano e della situazione delle immatricolazioni dell’Ateneo modenese.

Federico Ricci di Sel ha chiesto quali sono i servizi e le risorse che l’Amministrazione comunale mette a disposizione di chi si laurea o svolge la propria attività di specializzazione e ricerca presso l’Università, perché “nell’attuale congiuntura economica le politiche per lo sviluppo devono promuovere e stimolare l’innovazione, che viene generata promuovendo e sostenendo investimenti nei settori della formazione, istruzione, cultura, università, ricerca. Elisa Sala (Pd) ha chiesto invece se nell’ultimo anno accademico presso l’Ateneo modenese si è registrato un calo delle immatricolazioni paragonabile a quello registrato a livello nazionale, se alcune facoltà hanno registrato un calo di iscrizioni più di altre e qual è il tasso di abbandono del percorso di studi tra i giovani iscritti all’Università.

L’assessore ha sottolineato che quella dei Neet (Not in education, empolyment or training) “è una condizione di inattività, di scoraggiamento, più accentuata nelle donne, che ha effetti negativi sull’andamento dell’occupazione e che determina anche il pericolo di esclusione sociale. Secondo i dati del ministero del Lavoro – ha affermato Querzé – gli ‘emarginati’ del mondo del lavoro e della formazione già quattro anni fa ammontavano in provincia a oltre 16 mila, il 16,3%, di cui oltre la metà in possesso di titoli di studio medio-alti”.

Per l’assessore “la prima azione che l’ente locale deve portare avanti è quella volta a fermare gli effetti depressivi della crisi sull’attrattività degli Atenei e sui fondi per il diritto allo studio, che devono dare possibilità di studio anche a ragazzi provenienti da situazioni di disagio. Più in generale – ha proseguito – il sostegno che l’Amministrazione può fornire a laureati, specializzandi e ricercatori passa attraverso il sostegno alle imprese e al collegamento fra scuola e università da un lato e  mondo del lavoro dall’altro”. Querzé ha quindi citato due progetti che si collocano in questi ambiti: Modena innova e Giovani al futuro. Il primo è un progetto realizzato da Comune, Democenter-Sipe e Università di Modena e Reggio Emilia che ha avuto la finalità di dare sostegno alle imprese nel percorso di innovazione e rilancio della propria attività attraverso la messa a disposizione di team di esperti con competenze specialistiche integrate. Giovani al futuro, progetto promosso dal Comune a cui hanno aderito Provincia, Camera di Commercio, Università, Er-Go (Azienda regionale per il diritto agli studi superiori) e Modena Formazione, è invece nato per favorire l’orientamento scolastico e professionale dei giovani di età compresa tra i 17 e i 28 anni, in modo da “intercettarli” e accompagnarli verso percorsi virtuosi in grado di fornire loro opportunità e supporto. Con questo obiettivo vengono messi in rete tutti i servizi presenti in ambito provinciale e regionale ed è stata realizzata una piattaforma internet dedicata, eventi pubblici, attività e campagne di comunicazione, workshop e incontri con il coinvolgimento di molti soggetti.

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