09/04/2013

TRA ARTE, ALCHIMIA E MEDICINA, LA STORIA DELLA “THERIACA”

Giovedì 11 aprile all'Archivio storico una conferenza di Fabio Fuci e Roberta Luppi

È una storia al confine tra l'arte, la medicina e l'alchimia quella della “theriaca”, rimedio per ogni male molto usato dagli speziali del Cinquecento: se ne parlerà giovedì 11 aprile alle 17.15 all'Archivio storico del Comune di Modena (viale Vittorio Veneto 5) con la presentazione di una ricerca storica a cura di Fabio Fuci e Roberta Luppi. Gli studiosi hanno indagato storia e curiosità sulla “theriaca”, un medicinale noto da circa 2000 anni. Il nome indica una categoria di farmaci il cui scopo è quello di combattere i veleni.

Come rivelano i documenti custoditi nell'Archivio, fin dal Cinquecento gli speziali lamentavano la pessima grafia dei dottori, che creava non pochi problemi, soprattutto nella composizione dei medicinali. Per molto tempo, infatti, si credette che i farmaci fossero tanto più efficaci quanto più numerose erano le sostanze che li componevano. Nel 1556 l'Università di Bologna istituì una cattedra per combattere contro i ciarlatani e compilò un “antidotario”, che doveva essere garanzia del corretto funzionamento delle farmacie, sia per le medicine usate, sia per i prezzi di vendita. Le periodiche incursioni dei dottori modenesi nella città vicina fecero sì che la Comunità cominciasse a dare molta importanza alla preparazione professionale degli speziali e al loro operato. Nel 1540, a Modena, era nata anche la Santa Unione, una forma di gestione pubblica della Sanità: il nuovo ospedale aveva un proprio speziale e il magistrato di Sanità vigilava sulle frodi tossico alimentari, sui sospetti di epidemia e sulla preparazione delle medicine. Il Collegio Medico, composto di dottori laureati nelle più importanti Università italiane, ebbe il compito di vegliare sulla salute pubblica e sulla preparazione e somministrazione dei medicinali. I dottori iscritti al Collegio erano anche tenuti a controllare le botteghe degli Speziali tre volte l'anno e ad accertarsi che vi fossero conservati medicamenti previsti, “non dovendosi tollerare che vi siano genti... ancorché idiote ed ignoranti affatto, che arrivano a segno di adoperare medicamenti di grandissimo pericolo, con i quali ponno facilmente uccidere le genti ...”.

 

 

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