È cresciuto, molto in percentuale, il prezzo del sale da cucina, ma è calato, un po’ meno sempre in percentuale, il pesce d’acqua dolce. Sono costate di più le scarpe da donna e meno i jeans da bambino. Si è speso di più per la parcella di un ginecologo libero professionista e di meno per l’ablazione del tartaro (la cosiddetta pulizia dei denti). Sono alcuni dei tanti dati e notizie, riferiti al 2012 in rapporto al 2011 (ma anche al quinquennio che incomincia nel 2007), che si possono trovare nella pubblicazione on line “I prezzi a Modena nel 2012”, realizzata dal servizio Statistica dell’assessorato allo Sviluppo economico del Comune di Modena.
Nel corso dell’anno 2012 a livello generale l’inflazione a Modena, misurata attraverso l’indice dei prezzi al consumo, ha registrato un tasso di crescita medio annuo +2,8%, con un differenziale negativo di 0,2 punti percentuali rispetto al dato rilevato a livello nazionale (+3,0%). Nell’ultimo quinquennio (2007-2012) l’inflazione nel territorio comunale è risultata sostanzialmente in linea, con valori non dissimili da quelli nazionali.
Il dato tendenziale più basso del 2012 si è registrato a novembre (+1,9%), mentre il valore massimo è risultato quello dei mesi di febbraio e marzo (+3,2%).
Nel 2012 sono state quattro le divisioni di spesa che hanno registrato incrementi superiori al tasso medio annuale: “Abitazione - energia” (+6,4%) con l’energia elettrica cresciuta del +16,1%; “Trasporti” (+6,3%) soprattutto per effetto dei carburanti; “Alcolici e tabacchi” (+5,9%); “Alimentari e bevande” (+3,4%). In controtendenza, con valori negativi e quindi con prezzi in calo, sono risultate le divisioni: “Comunicazioni” (-2,2%) e “Servizi sanitari e per la salute” (-0,6%). All’interno di ogni singola divisione, è opportuno ricordarlo, qualche prodotto o servizio cresce di prezzo e altri, al contrario, diminuiscono. Così, prendendo ad esempio nella divisione “Alimentari e bevande analcoliche”, tra i prodotti l’aumento percentuale più forte è stato sul sale (+ 20,9%), mentre il tonno in olio d’oliva è cresciuto del +10,6%, i biscotti secchi +6,9% e il riso +6,0%. In diminuzione invece il pesce fresco (- 16,7% quello d’acqua dolce, - 10,2% quello di mare d’allevamento, - 6,4% quello di mare da pescata), così come sono calati il burro (-3,9%) e lo zucchero (- 2,3%).
Dal punto di vista territoriale il confronto sul livello congiunturale locale con quello delle venti città capoluogo di Regione, conferma che l’inflazione modenese rientra sostanzialmente nella media nazionale. Il maggiore tasso di crescita è stato registrato nella città di Aosta (+3,7%), mentre la variazione minore ha riguardato le città di Milano e Firenze (+2,5%).
Per quanto riguarda il campione, nel 2012 le rilevazioni a Modena sono state effettuate presso 475 punti vendita, e hanno coinvolto operatori commerciali, artigiani e liberi professionisti, rappresentativi delle differenti tipologie commerciali e servizi presenti sul territorio comunale. Sono state rilevate nel complesso oltre 6 mila quotazioni di prodotto.
A tutti coloro che hanno partecipato l’assessore comunale allo Sviluppo economico Stefano Prampolini ha inviato una lettera di ringraziamento “per la fattiva collaborazione prestata ai nostri funzionari, che ha permesso di rispondere ad esigenze informative economiche nazionali e locali”.
Il documento “I prezzi a Modena nel 2012” analizza per divisione di spesa, l’inflazione calcolata nel corso dell’anno sui prezzi rilevati mensilmente sul territorio comunale modenese, è corredato da informazioni sull’indagine quali normative e modalità di esecuzione, e fornisce anche uno storico sulle variazioni congiunturali nel quinquennio 2007-2012. In applicazione del cosiddetto decreto “Salva carta”, il volume è realizzato soltanto in formato digitale (pdf), ed è scaricabile dal portale web del Comune (www.comune.modena.it/serviziostatistica).
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