21/03/2014

PROTEZIONE CIVILE / 4 – IL DIBATTITO SUL NUOVO PIANO

I consiglieri intervenuti hanno espresso pareri favorevoli e sottolineato l’importanza delle esercitazioni e dei cittadini come primi attori della protezione civile

Hanno tutti espresso pareri favorevoli sottolineando inoltre l’importanza del ruolo dei cittadini e del loro coinvolgimento i consiglieri comunali intervenuti nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 20 marzo alla discussione che ha preceduto l’approvazione all’unanimità dell’aggiornamento del Piano di protezione civile del Comune di Modena.

Per il Partito democratico, Elisa Sala ha parlato di “uno strumento molto importante, flessibile e sempre aggiornabile a seconda delle componenti del rischio, ma che non si improvvisa. Il piano definisce procedure per l’emergenza ma anche per il post emergenza, per ricostruire in modo trasparente”, ha dichiarato accennando alle novità introdotte dalle indicazioni normative: “Ora è lo sviluppo anche urbanistico della città che deve adattarsi al Piano di protezione civile e alla sicurezza, non viceversa. Ma il Piano è carta straccia e diventa in fretta obsoleto, se non viene comunicato alla cittadinanza. Il cittadino deve essere il primo attore di protezione civile, consapevole dei rischi, deve costruire in casa propria un piano di protezione civile. E il volontariato deve avere un ruolo ben chiaro, deve essere usato in maniera corretta dandogli la possibilità di operare bene, fornendo logistica e formazione”. Un aspetto ribadito anche da Luigi Alberto Pini poiché “l’attore principale della protezione civile è il cittadino e questo consente ai cittadini di entrare nell’ottica della valutazione dell’impatto dell’opera dell’uomo sull’ambiente. Come sono fondamentali – ha rimarcato - le esercitazioni”. William Garagnani ha rivolto “ringraziamenti a tutti coloro che si sono impegnati nella protezione civile, che è uno straordinario antibiotico ma non può fare miracoli, attenua il danno ma non può eliminarlo, perché l’eliminazione del danno presuppone un’azione a monte, nel nostro caso il rischio da prevenire è quello idraulico”, ha affermato facendo anche riferimenti alla recente alluvione e precisando: “Dobbiamo fare una battaglia politica per far funzionare il sistema”.

Per FI-Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha espresso “un plauso per quanto ha significato e significa la protezione civile a Modena: qualcosa che funziona, un’organizzazione di una certa consistenza in grado di affrontare molte delle emergenze che si possono presentare”. E sul rischio idraulico, ha sottolineato la necessità di rinforzare gli argini e “ampliare le casse di espansione alla luce del carattere delle precipitazioni degli ultimi anni. L’aggiornamento al Piano – ha proseguito - è sicuramente utile, come la formazione dei volontari e della popolazione, anche estendendo le esercitazioni a fasce più ampie”. Per Sandro Bellei “non bisogna quindi pensare che la protezione civile sia l’unico rimedio alle catastrofi che negli ultimi anni si sono accanite sui nostri territori. Oltre alla protezione civile – ha osservato - serve una cultura diffusa, nessuno può trincerarsi dietro gli altri, non si può costruire in zone a rischio; i primi chiamati in causa sono proprio i cittadini e le leggi, come occorre una nuova regolamentazione di Aipo”.

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