04/04/2014

QUARTIERI / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Prima dell’approvazione delle due delibere sono intervenuti numerosi consiglieri

L’approvazione delle due delibere relative ai Quartieri è stata preceduta da un nutrito dibattito. Michele Barcaiuolo di FdI ha parlato di “violenza alla democrazia che si sta perpetrando a tutti i livelli. Si racconta ai cittadini che vengono eliminati organismi per risparmiare ma si elimina solo l’elezione diretta dei rappresentanti. La maggioranza difende la rappresentanza dei gruppi politici, non il decentramento”. Per FI-Pdl, anche Olga Vecchi di FI-Pdl ha parlato di “democrazia mozzata”, perché “si consultano i cittadini, anche se poco, poi la maggioranza fa comunque quello che vuole. È necessario rifare i Regolamenti e modificare questi aspetti”. Sandro Bellei si è detto non convinto di “mantenere le Circoscrizioni dimezzate sottoforma di quartieri. Il Consiglio – ha aggiunto – rappresenta già tutti i cittadini e in un momento in cui si impongono riduzione dei costi e sfrondamento della burocrazia credo sia sufficiente. Per il Pd, William Garagnani ha evidenziato che “gli organismi di democrazia devono essere preservati nella speranza che chi verrà dopo faccia manutenzione e li porti avanti; se vengono chiusi non c’è più spazio per migliorarli. Il limite sta nella possibilità di distribuire contributi alle associazioni, funzione che ne snatura il ruolo”. Giancarlo Campioli ha ricordato che “è la stessa legge che invita ad attivare a forme di rappresentazione popolare, ma non consente l’elezione diretta di rappresentanti per ragioni di costi. Avremmo preferito mantenere le Circoscrizioni, ma non era possibile e si è cercato il modo migliore di preservare un patrimonio”. Per Enrico Artioli “non possiamo chiudere la legislatura senza lasciare accesa la fiammella della partecipazione: per distruggere una cosa ci vuole un secondo, per ricostruirla una vita”, ha detto. “I nuovi quartieri possono essere costruttori di comunità: faccio appello ai cittadini affinché partecipino a questi organismi”. Secondo Cinzia Cornia, “visto che per legge non è possibile l’elezione diretta dei consiglieri, la nomina da parte dei partiti, che ancora rappresentano politicamente i cittadini, è la scelta giusta. I quartieri – ha proseguito – sono un placebo per rappresentare i vari territori di Modena, che hanno esigenze diverse”. Anche il capogruppo Paolo Trande ha spiegato che “l’elezione diretta non è possibile perché la misura del Governo Berlusconi, che nasceva contro sprechi presenti forse in altre parti d’Italia, impedisce di farlo”. Sugli istituti di partecipazione, il consigliere ha evidenziato la necessità di “un ammodernamento attraverso le nuove tecnologie”. Gian Domenico Glorioso ha sottolineato che “l’alternativa era chiudere tutto. Chiediamo ai colleghi a favore della partecipazione che vogliono votare contro la delibera, di ripensare alla coerenza della scelta. È importante tenere viva un’esperienza di partecipazione che in questi anni ha dato molti frutti”. Sandra Poppi di Msa si è detta “a favore della partecipazione, ma quella vera, mentre le Circoscrizioni, così come sono, non hanno potere. Passare a 7 quartieri con consiglieri non eletti vuol dire rischiare davvero la lottizzazione partitica – ha affermato – senza consentire al cittadino di esprimere la propria posizione”. Ingrid Caporioni ha annunciato il voto contrario di Sel, “per coerenza con la battaglia portata avanti finora: crediamo nei quartieri ma non in questi. Non ci convince la nomina dei consiglieri da parte dei partiti, la mancanza di parità di genere e la possibilità di dare contributi a pioggia”. Il capogruppo Federico Ricci ha espresso la propria opinione personale favorevole: “Non possiamo stare fuori dalla scelta dei Consigli di quartiere. Nel Regolamento – ha aggiunto – si va verso una maggiore tutela della rappresentazione dei cittadini con assemblee territoriali, modifiche su criteri di scelta e durata dei consiglieri”. Per Sergio Celloni di Mpc “gli organismi dovrebbero essere determinati con regole istituzionali, che ne definiscano il funzionamento dall’inizio alla fine: non possiamo essere tutti i giorni sottomessi a regole di potentato di vario colore. Le Circoscrizioni erano una realtà importante che doveva rimanere”. Gian Carlo Pellacani dell’Udc si è augurato che “il prossimo Consiglio rimetta mano ai quartieri, poiché rappresentano un ritorno al passato; si potevano indicare aree in cui pensare nuovi modelli di partecipazione più rispondenti ai cittadinanza anziché alle logiche di partito”. Per Eugenia Rossi di El “non è con i quartieri che si garantisce partecipazione, ma attraverso strumenti nuovi o non ancora riconosciuti. Sono da tempo perplessa per come vanno le Circoscrizioni – ha continuato – ora avremo un ulteriore problema di mancato rispetto della rappresentatività”. Per Luigia Santoro di Ncd “più ci si riempie la bocca di partecipazione meno si consultano i cittadini. I chioschi, le ciclabili di via Emilia est e via Giardini, piazza Roma ne sono un esempio. L’unico aspetto positivo è che i quartieri restano quattro”. Il sindaco Giorgio Pighi ha evidenziato “l’importanza per i cittadini di un’articolazione territoriale che metta a fuoco i problemi della zona” e che sarà ciascun gruppo consiliare a esprimere chi andrà a rappresentare la forza politica all’interno del Consiglio di quartiere”.

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