07/05/2014

SOCIETÀ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO/2 – I CONTENUTI DEL LIBRO

Contributi di numerosi studiosi e un ricco corredo d’immagini. La Società diede vita a Patronato pei Figli del Popolo, Società del Sandrone, Teatro Storchi e Banca Popolare

“Il volume edito da Artestampa ‘La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Modena, nella vita della città tra Otto e Novecento’ - spiegano i curatori Graziella Martinelli Braglia e Giorgio Montecchi - offre molti tasselli utili a ricomporre il variegato mosaico della Modena del secondo Ottocento, che ebbe nella Società operaia una delle sue espressioni più importanti e fattive: capace di un’azione vigorosa in tanti settori della vita cittadina. Proprio partendo dalla riflessione sul suo passato e sui valori identitari che portarono alla sua istituzione, la Società Operaia intende proiettarsi con vitalità nel futuro del terzo millennio”.

Oltre al corredo iconografico a cura di Pier Giorgio Benatti, che comprende una serie di fotografie storiche, il libro raccoglie una serie di saggi.

Massimo Jasonni affronta dal profilo concettuale e filologico il termine “mutualità”. Quindi, Graziella Martinelli Braglia ricostruisce la vicenda del Palazzo della Società operaia (in pagina anche progetti architettonici inediti); delle sedi dell’Istituto Alimentare e del Panificio del sodalizio; dello scomparso Teatro Aliprandi che accolse eventi culturali e politici organizzati dalla Società; illustra, inoltre, il patrimonio artistico, che fra l’altro possiede i ritratti dei suoi “padri fondatori”, fra cui uno di Adeodato Malatesta. Chiara Dall’Olio rivela come, sui tetti di quello che sarà il Palazzo della Società, si trovasse uno dei primi studi fotografici della città; mentre, per la prima volta, Luca Silingardi ha rintracciato nelle chiese modenesi le pale d’altare delle unioni di mestiere illustrandone valori artistici e consuetudini ad esse legate, attingendo così alle radici della Società. Giorgio Montecchi, poi, delinea l’ampio campo d’intervento del sodalizio (come il sistema dei sussidi e l’erogazione a Modena delle prime pensioni per vecchiaia) e richiama le istituzioni da esso create o sostenute o ad esso strettamente correlate, secondo i principi di “mutualità, previdenza e solidarietà”. Fra queste, l’Istituto Alimentare, il Patronato pei Figli del Popolo, la Società del Sandrone, il Teatro Storchi. Per arrivare, infine, a una delle più importanti istituzioni della Società: la Banca popolare di Modena ora dell’Emilia Romagna. Nel suo saggio, Montecchi vi dedica particolare attenzione, ricostruendo il dibattito economico e sociale che portò alla sua costituzione. Roberto Cea con il suo contributo si è addentrato nel vivo della compagine sociale della Modena prima e dopo l’Unità d’Italia, delineando la fisionomia dei gruppi dirigenti nel periodo iniziale della Società. Roberto Vaccari, invece, riferisce del lavoro di “artisti – ovvero artigiani -, operaj e negozianti”, sullo sfondo di una Modena percorsa da idee di profondo rinnovamento. L’azione della Società nel settore dell’istruzione è tratteggiata da Giulia Manzini, secondo ideali che individuano nella conoscenza e nella cultura gli efficaci strumenti per un riscatto sociale: la Società diede vita o sostenne le scuole serali, le scuole domenicali e il primo istituto tecnico modenese su cui si sarebbe innestato l’Istituto Tecnico provinciale, nel 1883 dedicato a Jacopo Barozzi. Infine, Franca Baldelli ripercorre la vita di un’importantissima istituzione cittadina, creata dalla Società nel 1873: il Patronato pei Figli del Popolo.

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