04/11/2015

TASSONI 450 / 5 – LA MOSTRA DEDICATA ALLO “SPIRITO BISQUADRO”

Si inaugura il 12 dicembre ai Musei civici di Palazzo dei Musei in largo Sant’ Agostino

Ironico, beffardo, di certo umorale e amante del paradosso. Sono alcune caratteristiche del temperamento scanzonato, spesso contraddittorio e incline alla polemica, di Alessandro Tassoni, l’autore della “Secchia rapita” di cui Modena, la sua città, celebra il 450esimo della nascita avvenuta nel 1565. Ed è anche a questi aspetti della sua personalità, a questo carattere inquieto e anticonvenzionale, ma di intellettuale aperto a diversi campi del sapere (dalla storia alla politica, dalla filosofia alla scienza), che è dedicata la mostra “Alessandro Tassoni. Spirito bisquadro” dal 12 dicembre a Modena, a Palazzo dei Musei di largo S. Agostino.

L’esposizione, a cura del Museo civico d'arte in collaborazione con Biblioteca Estense Universitaria, Archivio Storico del Comune e Archivio di Stato – è volta a riproporre all'attenzione del pubblico la personalità e l'opera dello scrittore modenese, come poeta e come intellettuale poliedrico. L’obiettivo è darne una visione non celebrativa, ma tesa a riconsiderare l’opera di un autore che, pur avendo legato il proprio nome al genere eroicomico con la “Secchia rapita”, fu anche autore di testi polemici e originali che riflettono non solo il suo spirito ‘bizzarro’ e amante del paradosso, ma anche la sua controversa carriera politico-diplomatica, a partire dai rapporti con i Savoia, ai quali lo avvicinò l’inclinazione anti-spagnola e nei quali ripose notevoli speranze per il futuro dell’Italia.

Fu Tassoni stesso a definirsi “Bisquadro” in occasione del suo ingresso all'Accademia degli Umoristi di Roma, di cui fu Principe tra il 1606 ed il 1607. Con lo stesso nome firmò l’edizione della Secchia del 1624. Se bisquadro significa “mal quadro” “fuori di squadra” cioè irregolare, Tassoni scelse per sé questa definizione per alludere alla vena bizzarra che lo contraddistinse, a suggello della quale ebbe l'idea di farsi ritrarre con un fico in mano per significare, in forma dolce e ridicola, ma intimamente amara e disillusa, lo scarso guadagno ricavato dalle sue fatiche.

Oltre alla direttrice dei Musei civici Francesca Piccinini, del comitato scientifico fanno parte, tra gli altri, Maria Cristina Cabani, docente al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, Gabriele Bucchi, maître d’enseignement et de recherche alla sezione di Italiano dell’Università di Losanna e Grazia Biondi, storica modenese.

Info on line (www.museicivici.modena.it).

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