20/03/2015

STADIO BRAGLIA / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Interventi di Pd, M5s, FI e CambiaModena su delibere e ordine del giorno. “Stiamo tutelando un bene pubblico”. “No. Si favorisce una società privata”

“A Modena, come nella maggior parte delle città italiane, il calcio è fatto da soggetti profit in impianti pubblici. Questa è la situazione nella quale ci dobbiamo muovere e cerchiamo di farlo tenendo una linea di equilibrio che tuteli il nostro patrimonio, a cui appartiene lo Stadio Braglia, la nostra città e noi stessi”. Lo ha detto l’assessore allo Sport del Comune di Modena Giulio Guerzoni chiudendo il dibattito sullo Stadio Braglia, unico per le delibere, gli emendamenti e l’ordine del giorno, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 19 marzo.

Intervenendo per primo, Marco Forghieri (Pd) ha affermato che “la rata del mutuo a carico del Modena, pensata nel 2003 e per una squadra in serie A, è oggi difficile da sostenere. Deve essere una preoccupazione dell’Amministrazione agevolare il pagamento e il rispetto degli obblighi da parte della società, anche per evitare conseguenze spiacevoli per il Comune che ha dato la fideiussione”. Per Fabio Poggi “il nostro dovere è tutelare il bene pubblico, il patrimonio immobiliare del Comune e quello che potremmo definire il patrimonio sportivo immateriale, non l’interesse della società Modena Fc. La convenzione e gli emendamenti che stiamo approvando vanno in questa direzione: stiamo compiendo il nostro dovere di tutela”. E Francesco Rocco ha sottolineato il “buon lavoro fatto in commissione che si è concretizzato in emendamenti importanti”.

Per Forza Italia Andrea Galli ha sostenuto che “si rinnova una convenzione fatta in anni molto diversi permettendo al Modena di pagare una rata che, tolti i proventi della telefonia, della pubblicità e altri, diventa competitiva. Il punto fondamentale, ben espresso dall’emendamento del M5s, è evitare che Modena corra i rischi di Parma mentre la modifica che prevede l’ampliamento del diritto di recesso di fatto rende nulla la convenzione perché in sostanza dice che possiamo mandare via il Modena quando ci pare”.

Secondo Luca Fantoni (M5s) con il rinnovo della convenzione “tuteliamo un bene pubblico e quindi di tutti i cittadini ma con l’emendamento ci riserviamo una piccola parte di autonomia per fare qualcosa per la società civile”. Per Mario Bussetti la delibera “dimostra che stiamo andando incontro alle esigenze della società sportiva. Con gli emendamenti ci siamo garantiti ma in questo caso andiamo incontro alla squadra”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha contestato la scelta dell’Amministrazione “che sembra privilegiare gli interessi di una società privata come il Modena piuttosto che quelli dei cittadini e dello sport di base. La nuova convenzione è un regalo a una società, quanto mai oscura nella sua composizione, che non solo non sosterrà i costi ma ci guadagnerà usando del bene pubblico in modo privato e gratuito”.

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