02/12/2016

“FANTASMI SULLA DARSENA”, UNA MOSTRA SULLA MODENA CHE FU

Plastici, foto, immagini d’epoca, quadri e sculture. Inaugurazione sabato 3 dicembre alle 16.30 in Sala dei Passi Perduti a Palazzo Comunale in piazza Grande

“Quando un territorio, una città o il quartiere di una città cambia fisionomia, tra i nomi e i luoghi si recidono i legami di coerenza e i toponimi appaiono come lo sconclusionato frutto di una fola. A Modena ce n’è un esempio”. Questa la chiave di lettura indicata dagli organizzatori del gruppo culturale “Amici della Darsena” per guardare la mostra “Fantasmi sulla Darsena. L’identità scomparsa”, che Francesca Maletti, presidente del Consiglio comunale, inaugura con Danilo Bertani, autore di diverse opere, sabato 3 dicembre alle 16.30 nella Sala dei Passi perduti di Palazzo Comunale in piazza Grande a Modena. La mostra – che attraverso plastici, immagini d’epoca e sculture raffiguranti i mestieri che si praticavano lungo i canali e attorno alla Darsena, rappresenta com’era la zona fino ai primi del ‘900 - vi resterà allestita e visitabile gratuitamente dal 5 al 14 dicembre dalle 10 alle 16.

“Quasi nessuno – si legge nella presentazione della mostra - rievoca l’alta densità storica contenuta nell’area dove c’era la darsena, compresa tra il Palazzo Ducale, la stazione ferroviaria e il parco XXII Aprile. Un triangolo immaginario ai cui vertici erano collocati luoghi strategici: vi aveva sede il potere politico (Palazzo Ducale), vi era la movimentazione di merci e persone (la darsena), e la villa Pentetorri (delizia estense). Nell’area di quel triangolo si estende oggi il quartiere Crocetta, un territorio di frontiera nell’epoca ducale: alle prese con viaggiatori, avventurieri, mercanti, soldati a guardia delle acque, ma anche un quartiere con alta densità operosa. Ai pescatori, ai facchini addetti al carico-scarico di merci, agli uomini che lavoravano nelle alzaie e nel porto, si affiancavano artigiani, opifici, botteghe di ogni sorta. Qui, prima che nel resto della città, arrivavano e si diffondevano le notizie e le novità dal resto d’Italia. Qui, più che altrove, vigeva la solidarietà e l’accoglienza di forestieri, migranti, indigenti. Ravvivare la conoscenza, sollecitare la riappropriazione della memoria è come riscoprire le origini antiche, con un ulteriore motivo di orgoglio e appartenenza".

Azioni sul documento