12/03/2016

CASERME, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Sostanzialmente favorevoli i pareri dei consiglieri intervenuti. L’assessora Vandelli: “Una sfida che ci deve vedere determinati e coesi per arrivare al risultato”

Una discussione partecipata ha preceduto l’approvazione ad unanimità della delibera sulla presa d’atto del nuovo protocollo d’intesa tra Comune di Modena, Ministero della Difesa e Agenzia del Demanio.

Aprendo il dibattito Adolfo Morandi (FI) si è dichiarato a favore di un percorso “iniziato anni fa dal governo di centro destra, che intende monetizzare un patrimonio inutilizzato per cercare di abbattere il debito pubblico”. Il consigliere ha apprezzato la costituzione del tavolo tecnico “dove si comincia a fare sul serio e in cui il Comune, come coordinatore, avrà un ruolo di peso. È di grande rilievo collegare il percorso con il Psc, su cui l’area della Pisacane avrà un peso. E, poiché la decisione non è solo tecnica ma politica, un gran peso dovrà avere anche il Consiglio comunale, con una discussione ampia e condivisa”.

Francesco Rocco (Fas-Sinistra italiana) ha confermato l’adesione al piano: “Speriamo che anche Modena possa ricavarne vantaggi e opportunità; è questo il motivo per cui ho firmato l’ordine del giorno che chiede il coinvolgimento reale, non solo per ratificare decisioni già presa, del Consiglio comunale e dei cittadini”.

Per il M5s Luca Fantoni ha affermato che “un dialogo tra soggetti pubblici dovrebbe essere finalizzato a massimizzare il bene comune. La critica è diretta più a Governo e Ministero che al Comune. Secondo noi questa logica di massimizzazione del profitto tra enti pubblici è incomprensibile ai cittadini”. Mario Bussetti ha sottolineato che la discussione sul progetto dovrà avvenire quando potrà essere “significativa e cioè prima del Tavolo, perché una volta che la Giunta avrà concordato uno scenario con i soggetti proprietari, sarà difficile possa accettare dal Consiglio stravolgimenti o una bocciatura della proposta”. Il consigliere si è poi chiesto quale sarà nel piano il ruolo del Palazzo ducale, per il quale nel 2014 si prefiguravano maggiori aperture alla cittadinanza mentre oggi l’unico riferimento è l’ipotesi di annessione di piazzale Basile”.

Secondo Carmelo De Lillo (Pd) la delibera, “che sembra tecnica è invece intrisa di contenuti politici: il Comune potrà gestire la trattativa da una posizione preminente per consentire che la volontà di valorizzare l’area si traduca in benefici per la comunità. Spetta al Consiglio invece dare avvio al percorso e valutarne le varianti consentendo la riqualificazione dell’area verso uno sviluppo organico e sostenibile”. Paolo Trande ha evidenziato che la “circostanza tragica della necessità dello Stato di trovare risorse per diminuire il debito pubblico non sarà indifferente rispetto all’esito. Ha ricordato che il percorso in altre città è fallito “perché non è facile trovare un equilibrio tra la necessità dello Stato di fare cassa e la nostra di restituire alla città un’area importante. Tutto l’iter dovrà vedere il Consiglio e la città giocare un ruolo da protagonista”. Dovendo dare un titolo all’operazione, ha esordito Fabio Poggi, “la chiamerei ‘tra realismo patrimoniale e sogno urbanistico’. Il cambiamento delle norme ci ha messo in una situazione diversa rispetto alla scorsa delibera ma credo che siamo davanti a un’occasione da non perdere, strategica per la riqualificazione di alcuni edifici ma anche della città. Questo progetto può trasformarsi da rischio a opportunità: avere la disponibilità di quelle aree può diventare il volano per la riqualificazione della città intera”.

Ricordando la vicenda della caserma Menotti, cominciata male e finita bene con la costruzione del Truffaut, Domenico Campana (Per me Modena) si è detto “ottimista: Modena comincia ad avere opportunità e il volto della città nei prossimi anni può cambiare grazie a un insieme di scelte di valorizzazione in cui la città sarà coinvolta attraverso il Consiglio”. Campana ha poi introdotto, “sullo sfondo” la questione dell’Accademia a cui Modena ha concesso il Palazzo ducale: “Sono due realtà che si intrecciano, e la storia si incaricherà di dirci in che direzione andare”.

Antonio Montanini (CambiaModena) ha sottolineato che “si liberano aree importanti ed è necessario ragionare per tempo su cosa farne. Ci sono aree verdi considerevoli che auspico non vengano immediatamente ricoperte da mattoni tali da trasformarle in un’area urbanizzata qualsiasi”. Sulla questione Palazzo ducale/Accademia ha aggiunto che, senza metterne in discussione il valore inestimabile per la città, bisognerebbe trovare un modo per valorizzare il Palazzo a favore della cittadinanza e ragionare su un nuovo utilizzo del piano nobile e del cortile anche dal punto di vista dell’attrattiva turistica”.

Secondo Marco Cugusi di Sel la discussione “parte viziata perché al Tavolo è presente un soggetto molto più forte, lo Stato, che sta riducendo l’autonomia delle autonomie locali che pur devono avere un ruolo nella gestione di queste aree demaniali. Lo Stato cercherà di fare cassa, ma il sindaco è un bravo negoziatore e credo porterà a casa un buon risultato: un buon negoziato ci consentirà di fare un buon progetto, nell’ambito del Psc, per quell’area. Con questo obiettivo, tutte le forme di partecipazione che l’Amministrazione metterà in campo sono fondamentali per il buon risultato del progetto”.

L’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, sottolineando il valore dell’Accademia per Modena, ha concluso: “La sfida che abbiamo davanti deve vederci determinati e coesi per andare a trattare da una posizione di forza evitando intoppi politici. L’Amministrazione può giocare un ruolo molto importante nella definizione degli assetti urbanistici, perché ha già iniziato il percorso su Psc, ma la sfida principale oggi non è fare un buon progetto, bensì trovare i soggetti in grado di attuarlo. Solo così riusciremo a garantire il risultato”.

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