19/05/2016

PROBLEMA CASA, SINDACO: PIANO PER AUMENTARE GLI ALLOGGI

Gian Carlo Muzzarelli risponde in Consiglio comunale a un’interrogazione di Domenico Campana (Per me Modena) su sgomberi e questione abitativa a Modena

“Aumento degli alloggi Erp, più edilizia residenziale sociale con prezzi e canoni calmierati, sviluppo dell’Agenzia Casa e dei canoni concordati e, nell’ambito dei lavori per il Psc, l’indagine sul patrimonio abitativo sfitto o inagibile”.

Sono queste le direzioni fondamentali su cui intende muoversi il Comune di Modena sul versante delle politiche abitative. Le linee sono contenute in un documento, già presentato al tavolo per la Crescita e in Commissione, che arriverà in Consiglio comunale dopo un ulteriore passaggio con le rappresentanze sociali. Lo ha annunciato in Aula il sindaco Gian Carlo Muzzarelli giovedì 18 maggio rispondendo all’interrogazione illustrata da Domenico Campana (Per me Modena) che, partendo da una riflessione sugli sgomberi di via Sant’Eufemia e via Bonaccorsa, ha chiesto quali misure siano predisposte e s’intendano predisporre a sostegno delle famiglie e delle persone con urgenti necessità abitative per quanto riguarda le fasce più deboli della popolazione modenese.

“La nostra previsione – ha affermato il sindaco - è che tra il 2017 e 2018 con le risorse attuali potremo recuperare 75 alloggi Erp e costruirne altrettanti. Rivendendo gli accordi con i soggetti attuatori delle zone “F” puntiamo a ridurre ancora i fitti convenzionati, non solo per chi vi accede direttamente, ma anche per consentire l’uscita dagli alloggi Erp dei redditi più alti e disporre di altri 10 o 15 alloggi ogni anno”. Il sindaco ha però anche sottolineato che la percentuale di alloggi popolari in Italia è sottodimensionata e servono nuovi e sostanziosi investimenti a livello nazionale. Anche il tema del patrimonio sfitto o abbandonato sarà affrontato “ma sulla base di conoscenze approfondite e ricercando soluzioni rispettose della legalità e attente al reale funzionamento dei mercati”.

Muzzarelli dopo aver ricordato che il problema abitativo “si colloca nel quadro di un generale arretramento dovuto alla crisi, all’allargamento delle disuguaglianze, al fenomeno del lavoro precario, irregolare e sottopagato”, con un aumento della povertà assoluta certificato dall’Istat, cioè di persone e famiglie che non sono in grado di accedere a un paniere minimo, a cui si aggiungono i tagli alla finanza locale che riducono le possibilità di reazione dei Comuni, ha fornito alcuni dati utili a comprendere la situazione a Modena.

Dal 2012 al 2015 i casi totali in carico al servizio sociale di base del Comune sono passati da 5.647 a 5.917. Gli accessi agli sportelli sono passati da 5.829 a 7.338.  Nel 2015 le nuove prese in carico sono state 2.386. Le persone più esposte sono gli immigrati, meno inseriti in reti famigliari di protezione, le donne sole e i minori, le cui condizioni di svantaggio rischiano di riprodursi per tutta la vita.

Attualmente il Comune eroga 2,3 milioni all’anno di contributi a sostegno di nuclei in difficoltà. Il 50% copre le spese per le abitazioni, da canoni, a cauzioni, a spese condominiali, a utenze.

L’aumento di famiglie incapienti provoca aumento della morosità e degli sfratti, riapre la crisi degli alloggi. “Da questo punto di vista, dunque – ha sostenuto il sindaco - le principali misure da adottare riguardano la piena occupazione, la distribuzione del reddito e i sostegni al reddito. Il centro del problema sociale resta il lavoro ed è sul lavoro che occorre concentrare gli sforzi a ogni livello. Ma le prime misure, le misure più urgenti, riguardano il sostegno agli incapienti: l’introduzione anche in Italia di provvedimenti di carattere universale, se non di cittadinanza, almeno contro la povertà assoluta non può più attendere. I Comuni non possono più essere lasciati soli a reggere in prima linea l’urto della crisi e delle sue ricadute più profonde”, ha osservato Muzzarelli auspicando un’accelerazione dell’entrata in vigore della misura prevista nella legge finanziaria del Governo che per la prima volta introduce un fondo di 600 milioni per la lotta alla povertà e dell’istituzione dell’apposita misura di contrasto alla povertà annunciata dalla Regione Emilia-Romagna.

“In ogni caso – ha aggiunto il sindaco -  qualora le misure nazionali e regionali fossero in ritardo, noi confermiamo il rispetto dell’ordine del giorno votato in sede di bilancio di reperire risorse comunali da impiegare nel contrasto alla povertà nell’ottica di un patto sociale fra i beneficiari e la pubblica amministrazione”.

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