27/10/2017

CITTADELLA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

L’assessore Cavazza: “Dei 18 bambini definiti stranieri, 16 sono nati a Modena, parlano italiano, e 5 hanno la cittadinanza”. Numerosi gli interventi dei consiglieri

“In quella classe della scuola Cittadella ci sono 18 bambini che sono stati definiti stranieri: 16 sono nati a Modena, parlano italiano, e in cinque hanno la cittadinanza, sono italiani pur se con un cognome straniero. Di fronte a questi dati, il dubbio che la vicenda sia stata strumentalizzata per fini bassamente elettorali può venire”. Lo ha detto l’assessore alla Scuola Gianpietro Cavazza in Consiglio comunale, giovedì 26 ottobre, chiudendo il dibattito che ha portato all’approvazione dell’ordine del giorno presentato dal Pd per promuovere il diritto allo studio contro ogni discriminazione e alla bocciatura della mozione di Forza Italia in solidarietà alla mamma e alla bambina trasferita dalla scuola Cittadella “in quanto unica italiana in una classe di stranieri”.

“La scuola – ha proseguito Cavazza – ha strumenti, luoghi, regolamenti e persone qualificate per affrontare i problemi che la riguardano nell’ambito di un’autonomia scolastica che va riconosciuta e sostenuta. Compito del Comune è accompagnarla con strumenti e risorse per alzare la qualità complessiva dell’offerta che deve essere sempre più personalizzata e deve sviluppare la capacità di relazione. Fondamentale è la conoscenza dell’italiano da parte dei bambini, e delle loro famiglie, così come è importante – ha aggiunto – garantire una composizione equilibrata delle classi per favorire relazioni e scambi”.

Cavazza ha poi ricordato che da due anni l’Amministrazione ha introdotto un regolamento con criteri di iscrizione omogenei e trasparenti: “Oggi il nostro compito è accompagnare le scuole nella loro corretta applicazione e intervenire con progetti specifici dove emergono esigenze particolari”.

Presentando l’ordine del giorno, il consigliere Pellacani ha affermato che alla Cittadella “si è verificato qualcosa che un’Amministrazione previdente avrebbe dovuto prevedere o almeno non sottovalutare. La stessa Amministrazioni oggi ammette che bisognerebbe rivedere lo stradario: finalmente si arriva, tardi, a riflettere su un tema che è sotto gli occhi di tutti”. Il consigliere ha ribadito che a Modena esistono scuole dove la percentuale di stranieri è molto più alta della media e dei limiti previsti dalla legge e “dove le concentrazioni sono eccessive, e anzi si arriva alla quasi totalità, l’effetto è una sorta di discriminazione al contrario nei confronti dell’unica italiana rimasta. È questa l’integrazione che volete? Un’integrazione seria – ha proseguito – chiede molti passaggi: vanno ascoltate le esigenze delle famiglie, valutata la concentrazione nelle scuole, l’integrazione dei genitori. Potremmo anche proporre di inserire nel modulo di iscrizione a scuola l’assenso a che il figlio stia in classe a prescindere dalla sua composizione”.

“Allora perché non i bambini certificati, o i ripetenti o quelli con problemi…. Non è così che si risolvono le criticità ma capendo come si sono create e intervenendo per risolverle”, ha replicato Grazia Baracchi. “Noi partiamo dai bisogni dei bambini, come peraltro prevede anche la legge. Nessuno nega che la situazione sia difficile ma è importante affrontare la discussione con grande rispetto per la scuola e dei ruoli di ciascuno. Ci sono scuole più complesse di altre che hanno bisogno di essere sostenute, con la formazione degli insegnanti, sulla quale si è investito molto, ma anche con un’azione di controllo da parte del Comune”.

Per Federica Di Padova, Pd, “andare oltre la lettura dei giornali e avvicinarsi alla scuola avrebbe mostrato una situazione molto diversa: complessa, certamente, ma quella scuola è il laboratorio del futuro. Una classe di soli stranieri non rispecchia la realtà di oggi così come non la rispecchia una classe di soli italiani. La varietà, ovviamente gestita, è una ricchezza e non possiamo pensare di rendere più attrattiva la scuola deportando i poveri o gli stranieri. Il mondo che quella scuola rappresenta non può essere affrontato con una battaglia politica di quint’ordine”. Antonio Carpentieri ha ricordato che nei giorni scorsi, al sessantesimo delle scuole Collodi, che hanno una percentuale molto forte di alunni non italiani, la festa è iniziata con l’inno nazionale, cantato da tutti, e con la benedizione del parroco e “sebbene la maggioranza dei presenti non fosse né cristiana né ancora formalmente italiana, non ci sono stati problemi”. Sull’ordine del giorno di FI ha affermato che non si può “fondare un documento politico su quanto leggiamo nei giornali” e che “se i principi universali che afferma sono anche condivisibili, non lo sono i presupposti su cui fonda una solidarietà che non si comprende per cosa debba essere espressa”.

Vincenzo Walter Stella per Art.1-Mdp-Per me Modena ha definito “strumentale e pretestuoso” l’ordine del giorno presentato da Forza Italia “che scredita l’onorabilità della scuola, dei suoi docenti e delle famiglie, oltre a strumentalizzare una bambina. Solo che chi non conosce realmente la scuole Cittadella – ha proseguito – può dire che non vi vengono insegnati principi come l’integrazione, la convivenza e il rispetto delle altre culture e non sapere che non sono mai stati segnalati episodi di intolleranza religiosa”. Marco Cugusi ha esordito ricordando che al suo arrivo a Modena anche lui, da sardo, era considerato “straniero. Capisco le preoccupazioni della mamma  ma le classi di soli stranieri le fanno gli italiani. Si dice che gli stranieri rallentano il programma didattico – ha proseguito – ma anche questa è una storia già vista quando bastava che in una classe ci fossero uno e due ragazzi multiproblematici per creare allarme nel perbenismo sociale. È questione di buon senso – ha concluso – non prendiamo indirizzi sbagliati perché ci fa comodo sfruttare politicamente la situazione”. Domenico Campana ha ricordato che “tutti i bambini sono portatori del diritto all’istruzione, poi bisogna gestire con intelligenza la composizione delle classi, soprattutto nelle primarie. Le difficoltà ci sono – ha proseguito – e sono gli insegnanti che devono gestirle ma devono avere il sostegno sia didattico, nelle scuole con problemi ci devono essere dirigenti di ruolo e non reggenti, sia istituzionale ma soprattutto sociale: l’appoggio più importante per gli insegnanti è la fiducia in loro. Il sistema scuola modenese è sotto sforzo e bisogna che presidi e amministrazione si impegnino maggiormente, senza eccessiva fiducia nei protocolli ma aiutando gli insegnanti nelle situazioni concrete”.

Per Forza Italia Andrea Galli ha affermato che “i genitori hanno il diritto di scegliere le condizioni che ritengono migliori per i figli mentre la sinistra, prevaricando, pretende che le famiglie seguano le sue idee e obbligare una bambina modenese a essere l’unica in classe appartenente alla sua categoria. Una classe con troppe etnie e formazioni culturali diverse complica moltissimo il percorso di studi e questo è un fatto – ha sottolineato il consigliere – che chiunque sia in buona fede deve ammettere ed è una stupidaggine affermare che un bambino straniero che ha fatto l’asilo in Italia è integrato. Noi – ha concluso – rimarchiamo il diritto a non avere immigrati in misura maggiore a quelli che possiamo integrare”. 

“Stiamo speculando su una situazione che non avrebbe dovuto verificarsi in questa città”, ha affermato Marco Bortolotti per il M5s. “Non ha senso parlare per partito preso, sarebbe stato meglio portare dei dati e discutere su quella base per risolvere il problema invece di condannare la mamma o la scuola. Smettiamo di parlare di integrazione e cominciamo a farla”.

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