22/12/2017

RESIDENZE PER NON AUTOSUFFICIENTI / 2 – IL DIBATTITO IN AULA

Negli interventi la necessità di rispondere all’aumento della domanda da parte delle famiglie. Per la maggioranza e FI bene le modalità scelte, in disaccordo il M5s

Aprendo il dibattito per il Pd Tommaso Fasano, ha sottolineato che le Case residenza per anziani oltre a rispondere al bisogno specifico, e in aumento, di assistenza, rappresentano anche “un investimento economico-sociale nel territorio” e che la costruzione di nuove Cra “può accrescere la qualità del servizio dei soggetti in accreditamento. La scelta di incrementare i posti – ha concluso – dà la possibilità alle famiglie di essere tranquille nei prossimi anni nel caso in cui dovessero avere un familiare in condizioni di non autosufficienza”. Giulia Morini ha messo in evidenza come, quasi sempre, prendersi cura delle persone non autosufficienti crei nuove fragilità nelle famiglie, per poi sottolineare che “per molto tempo le nostre politiche si sono incentrate sulla domiciliarità che non va abbandonata. Ma molto è cambiato e l’assistenza domiciliare deve essere contemperata con la residenzialità definitiva, come possibile esito di un percorso di cura domiciliare che deve essere il più lungo strutturato e supportato possibile”. E Chiara Susanna Pacchioni, osservando che si tende a considerare l’assistenza alle persone non autosufficienti come un fatto privato, ha affermato che si tratta invece di una responsabilità pubblica importante “che questa Amministrazione con l’atto in discussione si assume pienamente e bene”. Per Simona Arletti con la delibera sulle Cra “il Comune sta dando risposta a oltre cento famiglie che la stanno aspettando da tempo. Questo è un servizio essenziale e per servizi di questo tipo – ha affermato – non si può ricorrere alla retorica del consumo zero di suolo: il comune deve fare la sua parte e la fa mettendo a disposizione delle aree”. Importante anche per la consigliera che le nuove strutture possano essere raggiunte, “fin dal momento dell’apertura”, con il mezzo pubblico. Fabio Poggi, dopo aver ricordato che la delibera non riguarda solo gli anziani ma i non autosufficienti, “quindi una parte più ampia della popolazione”, ha affermato che la tempistica “dovrebbe essere il più rapida possibile per accorciare le liste d’attesa. Ma, oltre ai tempi, ci sono i costi e individuare immobili dimessi da riqualificare renderebbe l’operazione non sostenibile”. Il consigliere ha sottolineato infine che “il bando non preclude nulla rispetto a scelte definitive, dato che la decisione finale sarà comunque presa in Consiglio”.

Presentando l’ordine del giorno, Marco Chincarini ha sostenuto che per non allungare troppo i tempi, “rischiando di ritrovarsi con spazi vuoti”, bisogna cominciare a ragionare da ora “a un progetto nel modo più ampio possibile, coinvolgendo la città e non solo, per determinare come riempire questi spazi”.

Per il M5s Elisabetta Scardozzi ha affermato che “se rispondere all’esigenza di nuovi posti fosse stata una reale priorità per l’Amministrazione, sarebbe stata affrontata fin dalle prime battute della legislatura mentre invece siamo ormai quasi alla fine”. La consigliera ha inoltre chiesto uno sforzo maggiore, “anche economico”, in attesa della nuova struttura per il complesso del Ramazzini “che versa in una situazione molto difficile ormai da anni, sulla quale c’è stata un’evidente assenza non solo dell’attuale ma anche della precedente Amministrazione”. “Non vogliamo far finta che il problema delle strutture non esista – ha affermato Luca Fantoni, M5s – ma per noi la priorità è riqualificare l’esistente già urbanizzato e per questo, con l’emendamento, abbiamo proposto di valutare solo le proposte dei privati e, solo nel caso in cui non si raggiunga un numero sufficiente di posti, passare al bando per le aree pubbliche, magari utilizzando terreni del demanio: anche se la procedura è lunghissima è sempre meglio che utilizzare aree verdi, anche se qualificate diversamente, inficiando la salute pubblica”.

Per Adolfo Morandi, FI, è “giusto e doveroso dare opportunità nuove e aggiuntive a quelle esistenti. Così come è giusto affrontare il problema coinvolgendo i privati e prevedere le nuove strutture su terreni già destinati a servizi per la collettività”. Il consigliere ha apprezzato anche la possibilità di recupero e rigenerazione degli edifici, “le due cose, il nuovo e il recupero del vecchio, non si escludono a vicenda”, invitando anche a “ragionare sulla possibile vendita di edifici non recuperabili per la funzione necessaria, in modo da ricavare risorse per rispondere ad altre esigenze”.

Intervenendo nel dibattito il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha sottolineato che la delibera “tiene conto delle esigenze che la nostra comunità ha già oggi ma anche del fatto che dobbiamo costruire strutture idonee per il futuro, moderne e funzionali alle esigenze degli anziani di oggi, sia che siano realizzate su un’area pubblica o che arrivino da un intervento di rigenerazione su un’area privata.”. Sul Ramazzini il sindaco ha annunciato che la sede attuale è oggetto di valutazione, insieme alla Provincia, per verificare se possa diventare sede di laboratori in uso al vicino istituto Fermi, “in una logica di accordo tra le istituzioni e di rigenerazione”. 

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