06/02/2017

LA LASTRA “DEI NIOBIDI” DA MUTINA A MODENA ANTIQUARIA

Il prestigioso reperto della raccolta romana dei Musei civici annuncerà a Modena Fiere il prossimo avvio delle iniziative per “Mutina splendidissima” a 2200 anni dalla fondazione

Un ospite assolutamente in tema accoglierà i visitatori di Modena Antiquaria, all’ingresso della manifestazione che si svolge al quartiere fieristico dall’11 al 19 febbraio. È la lastra “dei Niobidi”, prestigioso reperto della raccolta di età romana dei Musei civici di Modena, che lascia le collezioni di Palazzo dei Musei per segnalare al pubblico dei visitatori della fiera un anniversario importante della città: i 2.200 anni dalla fondazione (183 a.C.) della Mutina romana lungo la via Emilia.

“L’esposizione del reperto romano – ha spiegato alla conferenza stampa di Modena Antiquaria Gianpietro Cavazza, vicesindaco e assessore alla Cultura – vale come un’anticipazione per “Mutina Splendidissima”, titolo degli appuntamenti coordinati dai Musei Civici con il sostegno di Fondazione Cassa di risparmio di Modena con cui, tra mostre, incontri, animazioni e altro, la città nel 2017 lancerà un ponte ideale alla scoperta delle sue origini e della sua storia. In attesa di rendere pubblici i programmi definitivi – ha aggiunto Cavazza - abbiamo colto la disponibilità di Modena Fiere a offrire uno spazio, anche per le prossime loro manifestazioni, ideale punto informativo per invitare i visitatori alla scoperta del cuore della città”.

La lastra “dei Niobidi”, in marmo bianco, databile al I secolo d.C., fu rinvenuta a Modena nel 1971 durante lavori per la costruzione di un edificio in via Crespellani. In origine doveva decorare un monumento funerario, probabilmente nella necropoli di Mutina che si estendeva lungo la Via Aemilia, a oriente della città. Il rilievo, che raffigura un episodio della mitologia greca, fu scolpito da una bottega di tradizione neoattica su modello di un originale realizzato nel V secolo a.C. da Fidia. Il celebre scultore greco aveva infatti rappresentato questo mito su una lastra che decorava il trono di Zeus a Olimpia. L’opera, di grande bellezza, venne più volte copiata nei secoli successivi da artisti romani, e l’esemplare modenese è uno dei tredici rilievi orizzontali noti, ai quali si aggiunge il cosiddetto “Disco Castellani” del British Museum, con le figure disposte sulla superficie di un tondo marmoreo.

L’esposizione della Lastra dei Niobidi all’ingresso di Modena Antiquaria sottolinea un altro elemento di sintonia tra la manifestazione e le iniziative per l’anniversario di fondazione di Mutina, in cui sarà valorizzata anche quella sensibilità verso l'antico che studiosi, letterati e artisti, desiderosi di essere eredi di quella tradizione, esplorarono attraverso la cultura antiquaria a partire dal Rinascimento.

Mutina è stata una delle più importanti città romane dell’Italia settentrionale, definita da Cicerone “firmissima et splendidissima”. Con le celebrazioni del 2017, raccolte sotto il titolo di “Mutina Spendidissima”, si mira tra l’altro a rendere percepibile la realtà sepolta di Mutina attraverso una serie di eventi e una grande mostra che favoriscano il dialogo fra passato e presente valorizzando tutti gli aspetti che lo straordinario patrimonio della romanità ha lasciato alla città moderna.

Il programma, che prenderà il via a fine marzo con “urban games” a tema proposti da Play, la più importante fiera del gioco in Italia, e ambientati nel centro cittadino, proseguirà con numerose iniziative e incontri in luoghi e con linguaggi sempre diversi, fino all’inaugurazione della grande mostra a novembre.

“Mutina Splendidissima” rientra nel più ampio progetto “2200 anni lungo la Via Emilia”, che comprende anche le città di Parma, fondata anch’essa nel 183 a.C., e Reggio Emilia. Il progetto è promosso dai tre Comuni, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Parma, e dal Segretariato Regionale Beni, Attività culturali e Turismo e dalla Regione Emilia – Romagna.

“2.200 anni lungo la via Emilia” non vuole solo valorizzare le origini romane di Modena, Parma e Reggio Emilia, ma le contestualizza nell’ambito del ruolo svolto ininterrottamente fino ai nostri giorni dall’asse viario che le collega, la via Emilia, in sintonia con gli indirizzi delle politiche regionali sul turismo culturale.

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