19/05/2017

DISTANZIARE LE AREE INDUSTRIALI DA QUELLE RESIDENZIALI

Sì unanime del Consiglio all’odg di Pd e CambiaModena sulla zona delle Fonderie. Approvato anche l’odg di Art.1-Mdp per la partecipazione e respinto l’odg del M5s

Confermare, con una variante da approvare entro il 2017, che nel nuovo piano urbanistico non sarà più possibile a Modena la realizzazione contigua di aree industriali intensive e zone residenziali. È quanto chiede all’Amministrazione l’ordine del giorno per la verifica dell’aria in zona Madonnina, in prossimità delle Fonderie cooperative, presentato congiuntamente da Pd e CambiaModena nella seduta di giovedì 18 maggio e approvato all’unanimità dal Consiglio comunale.

Nella stessa seduta è stato approvato (con il voto a favore di Art.1-Mdp, Pd, Per me Modena e CambiaModena; quello contrario del M5s e di FI e l’astensione di Idea-PeL) anche l’ordine del giorno presentato da Paolo Trande per Art.1-Mdp che, sempre in riferimento alle Fonderie coooperative, chiedeva la pubblicazione sul sito del Comune di tutti gli atti di verifica compiuti finora e l’aumento della partecipazione attraverso un tavolo di confronto tra l’Amministrazione e tutti i portatori di interesse. Respinta invece (con il voto contrario di Pd e Art.1-Mdp, quello a favore del M5s e Idea-PeL e l’astensione di Per me Modena, CambiaModena e FI) la mozione presentata da Elisabetta Scardozzi per il M5s per la partecipazione del comitato RespiriaMo aria pulita ai tavoli di lavoro per il controllo delle emissioni della fonderia.

L’ordine del giorno del Pd, illustrato in aula da Carmelo De Lillo, ribadita la necessità di dare risposte celeri e concrete ai cittadini, anche convocando una commissione consiliare di confronto sul tema con tecnici ed esperti, invita l’Amministrazione anche a controllare “che gli organi preposti stiano svolgendo sulle Fonderie cooperative le verifiche periodiche di legge sul rispetto delle normative e in particolare di quelle ambientali e sul livello e il tipo di emissioni, anche per garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro”; a confermare e intensificare, attraverso le strutture di decentramento e di partecipazione, assemblee pubbliche per mantenere un confronto permanente con tutti i soggetti pubblici interessati e con i residenti e tenerli aggiornati sui risultati dei rilevamenti e sull’iter del piano urbanistico; ad attivarsi per favorire la delocalizzazione in tempi rapidi dell’impresa che “svolge un compito importante nel ciclo del riuso dei materiali, anche al fine di salvaguardare, e se possibile potenziare, gli addetti, verificando anche l’accesso a fondi regionali per innovare i vetusti processi produttivi”.

La mozione presentata da Art.1-Mdp e Per me Modena chiede che tutti gli atti di verifica ambientale e sanitaria, passati e in corso, siano resi pubblici sul sito del Comune; di definire un tavolo di confronto tra l’Amministrazione, i Quartieri e i portatori di interesse, in primo luogo il Comitato dei cittadini e lavoratori delle Fonderie per la condivisione dei dati e la richiesta di dialogo; di predisporre entro l’anno in corso tutte le procedure e gli atti necessari alla chiusura dello stabilimento produttivo; di convocare, dopo la fine dei lavori del tavolo tecnico istituzionale e del confronto del tavolo di consultazione una o più commissioni consiliari di informazione e approfondimento coinvolgendo tutti i soggetti interessati.

L’ordine del giorno del Movimento 5 stelle chiedeva che il comitato RespiriaMo aria pulita fosse invitato a partecipare, con un tecnico e un legale, a tutti gli incontri indetti per “giungere a soluzioni, concordare prescrizioni, controlli o provvedimenti per tutelare la salute dei cittadini”, e di predisporre entro sei mesi gli atti necessari per garantire la chiusura dell’impianto di via Zarlati e la sua opportuna ricollocazione entro il termine dell’attuale Aia e comunque non oltre il 2022 e a presentare questi atti in un’assemblea pubblica.

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