19/10/2018

NUOVE CASE RESIDENZA PER ANZIANI, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Numerosi gli interventi nella seduta prima dell’approvazione della delibera

Il via libera a quattro nuove Case residenza per anziani non autosufficienti, arrivato in Consiglio comunale a Modena nella seduta di giovedì 18 ottobre con il voto a favore della maggioranza (Pd e Art.1 – Mpd – Per me Modena, eccetto Domenico Campana che si è astenuto e Marco Chincarini che ha votato contro), di CambiaModena e di Energie per l’Italia, contrario del M5s e con l’astensione di FI e Lega nord, è stato preceduto da un ampio dibattito.

Marco Rabboni ha sottolineato che il M5s ha effettuato un percorso conoscitivo sulle esigenze di posti letto per anziani non autosufficienti, riscontrato la necessità, in particolare, di nuclei specializzati per patologie come Alzheimer e demenza, e operatori professionali preparati e con ausili speciali. “Auspichiamo che se ne tenga conto nella realizzazione dei progetti – ha affermato sottolineando poi che – un privato ha avuto la capacità di fare un progetto per riqualificare e rigenerare l’esistente e il Comune avrebbe potuto fare di più rispetto a mettere a disposizione due terreni vergini”. Luca Fantoni ha dichiarato il voto contrario non “alla costruzione di nuove Cra, che a Modena servono. Diciamo no – ha detto – alla modalità scelta dall’Amministrazione di mettere da subito a disposizione terreni vergini. Come avevamo suggerito già un anno fa, all’inizio del percorso, in una prima fase si potevano chiedere solo progetti di rigenerazione, che potevano prevedere anche abbattimento e ricostruzione. E poi, solo se non ne fossero arrivati a sufficienza, mettere a disposizione terreni nuovi. Invece, in questo modo, potremmo aver disincentivato la presentazione di progetti di rigenerazione”.

Marco Chincarini di Art.1 – Mpd – Per me Modena ha ricordato di aver votato a favore della delibera relativa ai bandi, “ma adesso per 60 anni diamo in concessione questo terreno su cui viene aggiunto un asilo nido. In un momento in cui chiudiamo asili pubblici incentiviamo l’apertura di un asilo privato su un terreno pubblico, dando così per scontato che si andrà, nei prossimi anni, nella direzione degli asili privati. Se questo è il tipo di impostazione che volete dare alla città – ha aggiunto – non è il mio”. In dichiarazione di voto, il consigliere ha annunciato voto contrario perché su questo aspetto “c’era bisogno di un approfondimento che non è stato fatto”. Il capogruppo Vincenzo Walter Stella ha ricordato che “con questi interventi vengono assicurati 300 posti letto, che non arrivano ancora a compensare il reale fabbisogno. Non nego – ha aggiunto – che abbiamo avuto qualche perplessità per la proposta dell’aggiunta di una sezione di nido o materna, ma il nostro dubbio era principalmente sul fatto di creare un precedente. La priorità – ha concluso – è incrementare il servizio a fronte di un fabbisogno indiscutibile e votare contro vorrebbe dire opporsi alla soluzione di un problema reale nel nostro Comune”. In dichiarazione di voto, anche Paolo Trande ha sollevato osservazioni sulla proposta “di realizzare anche un asilo che non avevamo chiesto; ora credo dovremo gestirlo nel sistema scolastico modenese e questo inevitabilmente andrà ad alterare gli equilibri pubblico-privati stabiliti”. Il consigliere ha poi evidenziato che “questo è il classico caso in cui affrontare il tema considerando la sola sostenibilità ambientale è sbagliatissimo: va declinata dal punto di vista ambientale, economico, sociale e democratico, e poi si fa un bilancio. Bisogna decidere cosa sia più importante per la comunità e noi non abbiamo dubbi: rinunciare a 200 metri di superficie libera per dare risposta a chi ha bisogno”.

Per Chiara Susanna Pacchioni, Pd, la progettazione delle case residenza per anziani non deve considerare solo le valutazioni tecniche e i costi ma “anche l’integrazione delle persone con l’ambiente in un approccio multidisciplinare che favorisca al massimo grado sicurezza, funzionalità e benessere. In questo caso – ha proseguito – è stato fatto, come è stato giusto privilegiare i progetti più innovativi, quale quello che prevede anche una scuola dell’infanzia, un accostamento che va a vantaggio sia dei bambini che degli anziani, favorendo l’apprendimento di entrambi”. Giulia Morini ha espresso soddisfazione per l’esito dell’iter: “Abbiamo bisogno di servizi qualificati per la non autosufficienza – ha affermato – di spazi belli e positivi, accoglienti, ampi e luminosi che hanno di per sé effetto calmante su anziani con patologie dementigene. Qualificare non significa fare le cose migliori al mondo, ma fare sicuramente al meglio quello che sappiamo fare. Per questo spero che i costruttori vogliano fare l’intervento in accordo con il Comune sulla base delle esigenze del territorio”. Secondo Carmelo De Lillo è importante che dal Consiglio arrivi gradimento per l’iniziativa che va avanti e stimolo a sviluppare una progettazione che risponda agli effettivi bisogni. Trovo affascinante – ha aggiunto – l’idea della realizzazione di una casa riposo per anziani vicino a una struttura per bambini, con cui condivida uno spazio comune. Mi sembra evidente quali siano gli aspetti positivi e, inoltre, poter portare bambini dell’asilo in zona potrebbe compensare perdita di una sezione, quest’anno”. Il capogruppo Fabio Poggi ha sottolineato: “Il consigliere Chincarini non vota contro le Cra, ma contro una delibera che crea nuove Cra perché introduce un asilo. Io – ha aggiunto – non sono contro gli asili privati e sostengo quelli pubblici; credo sia doveroso tenere conto che qui nasce una nuova struttura per l’infanzia ma non deve incidere rispetto alla decisione che stiamo prendendo”. Il consigliere ha inoltre evidenziato che “potenziali soggetti interessati a rigenerare strutture ce ne sono tanti, ma se non hanno partecipato vuol dire che non ne avevano convenienza. Noi queste Cra le vogliamo: due sono di rigenerazione, due porteranno anche altri servizi”.

In dichiarazione di voto, Giuseppe Pellacani di Energie per l’Italia ha precisato che “la questione non è solo ambientale perché chi si trova nella gestione di una situazione di non autosufficienza cade in un momento di difficoltà assoluta cui un ente pubblico deve dare risposta. Credo che la scelta vada nella direzione corretta – ha aggiunto – e andrà forse in futuro rivalutata perché si tratta di esigenze che crescono a fronte di finanziamenti pubblici che calano”. Il consigliere ha inoltre convenuto sull’importanza della collocazione, “che deve essere adeguata per contesto, trasporti pubblici efficienti e altro”.

L’assessora al Welfare Giuliana Urbelli ha precisato che i punteggi sono stati assegnati esclusivamente sugli aspetti relativi alla realizzazione delle case protette: “Non ci eravamo preoccupati – ha detto – perché non capita spesso che un privato proponga il 30 per cento di investimento in più per proporre un servizio. Si tratta comunque di un servizio per minori che potrà essere di natura educativa, ma non esclusivamente un asilo”. L’assessora ha infine ricordato che “attraverso queste operazioni il Comune acquisisce servizi importanti che rispondono alle necessità presenti sul territorio attraverso la messa in campo di capitali privati e di tanta occupazione”.

L’assessore all’Istruzione Gianpietro Cavazza ha evidenziato che “nel bando non era chiesto esplicitamente di costruire una struttura privata nell’ambito dei nidi” e ha ricordato “l’ormai consolidata tradizione di welfare mix del territorio modenese, in cui soggetti pubblici e privati concorrono nel dare risposti ai cittadini: anche in questo caso ci stiamo muovendo in linea con questa nostra tradizione di welfare plurale, democratico, che punta sempre di più sulla qualità. Le leve che il pubblico ha per gestire questi servizi – ha aggiunto – sono molteplici e sono tutte utilizzate per garantire una destinazione pubblica e civica dei servizi, compresi quelli gestiti da privati”.

Nella replica, l’assessora all’Urbanistica e Politiche abitative Anna Maria Vandelli ha ricordato che con la delibera del 2017 “si è aperto a un progetto di partenariato pubblico-privato, chiedendo ai proponenti di essere innovativi nel campo di questi servizi e ritengo positivo il fatto che, così come avviene in altre città, nella proposta della Madonnina è prevista una grande connessione della struttura con altri servizi e con la città, in una mixitè di funzioni, con uno spazio verde che sarà a disposizione del quartiere”. L’assessora ha inoltre sottolineato l’importanza della collocazione sul territorio delle strutture: “La prossimità è un valore aggiunto in quanto vogliamo favorire la permanenza degli ospiti nel rione d’appartenenza per garantire il più possibile un mantenimento delle relazioni”. Vandelli ha quindi precisato che alla Madonnina e nella zona di San Faustino “non avevamo aree di proprietà comunale da rigenerare, mentre sulle proprietà private potevano arrivare più proposte di rigenerazione perché c’è molto più dismesso. L’unica arrivata sulla rigenerazione – ha concluso – è stata quella selezionata”.

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