22/05/2018

CHIESA DEL VOTO \ 2 –TESORI D’ARTE PER LA FINE DELLA PESTE

Fu inaugurata il 13 novembre 1636 nel giorno di Sant’Omobono, 6 anni dopo il primo giorno senza morti per l’epidemia. Dentro c’è la pala del Lana, tele dello Stringa ai Musei civici

La Chiesa del Voto sorse, come dice il nome, a scioglimento del solenne voto fatto dai cittadini modenesi alla miracolosa Madonna della Ghiara venerata a Reggio Emilia, affinché facesse cessare la terribile epidemia di peste che colpì Modena nel 1630 e in appena in sei mesi causò 12.000 vittime. Il 13 novembre, giorno dedicato a S. Omobono (compatrono di Modena), si ebbe la prima giornata senza morti e la chiesa fu inaugurata esattamente sei anni più tardi, il 13 novembre 1636.

La chiesa fu realizzata su progetto di Cristoforo Malagola detto il Galaverna, ricalcato su quello della chiesa di S. Salvatore a Bologna del Magenta e ridimensionato per la minore area disponibile. Nel 1635 il Tempio fu dedicato alla Beata Vergine. Nel 1638 si eresse la cupola. La costruzione fu terminata nel 1641.

La chiesa è ricca di opere pregevoli: lo stendardo di Francesco Stringa raffigurante il Padre Eterno fra una gloria di angeli, con i Santi Geminiano, Omobono e Contardo. Era stato dipinto dallo Stringa nel 1699 in occasione dei grandi festeggiamenti iniziati il 13 novembre e durati otto giorni, dedicati ai santi Omobono e Contardo per la prima volta designati comprotettori di Modena.

Di grande interesse la cappella votiva, fatta erigere dalla comunità nel 1634: il grande altare in legno con al centro la grandiosa tela dipinta da Ludovico Lana raffigurante la peste che colpì Modena nel 1630. La pala costituisce il racconto per immagini della vicenda che portò alla costruzione della chiesa modenese, dall'infierire della peste alla decisione di offrire alla Vergine un nuovo edificio sacro per la salvezza di tutta la cittadinanza. L'opera, già dal Settecento ammirata dai viaggiatori di passaggio a Modena, è la prova più matura del Lana, per la sapiente regia con cui egli illustrò la spinta devozionale alla base della costruzione della chiesa e fu capace di rievocare un dramma recentissimo, quello appunto dell'epidemia del 1630.

Provengono dal presbiterio due importanti tele di Francesco Stringa eseguite tra il 1669 e il 1670 raffiguranti il “Transito della Vergine” e il “Transito di San Giuseppe”. Le tele dopo la chiusura della chiesa dopo il terremoto del 2012 sono state restaurate grazie al sostegno del Lions Club Modena Host e sono tuttora esposte ai Musei civici a Palazzo dei Musei in attesa del restauro della chiesa.

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