13/07/2018

EX AMCM, CONSIGLIO DIVISO SULLA PROPOSTA DI RECUPERO

Prima dell’approvazione della delibera sono intervenuti diversi consiglieri

L’approvazione della delibera che dà il via libera alla proposta del privato per il recupero dell’ex Amcm (a favore la maggioranza eccetto Marco Chincarini di Art.1 – Mdp – Per me Modena che ha votato contro, così come hanno votato contro M5s, FI e Lega nord), avvenuta in Consiglio comunale nella seduta di giovedì 12 luglio, è stata preceduta dall’intervento di diversi consiglieri.

Adolfo Morandi di FI ha parlato di “lunghezza eccessiva nel recupero di quest’area. Si poteva pensare di recuperarla con le sole risorse pubbliche – ha detto – anche di livelli diversi da quello comunale, per avere una zona esclusivamente pubblica dedicata alla creatività. Mentre, pur di andare avanti con l’intervento, si è deciso di accettare l’apertura dell’ennesima struttura commerciale, che valorizza quest’area ma penalizza le attività in centro storico, e di cedere al privato un importante patrimonio pubblico. Sull’aspetto economico finanziario dell’operazione vengono dubbi tra la valutazione di ciò che si dà e ciò che si riceve: abbiamo chiesto di darci in mano gli strumenti utilizzati per fare una valutazione tecnica, ma da parte dell’Amministrazione non c’è stata alcuna trasparenza.

Luigia Santoro della Lega nord si è detta “assolutamente contraria a questo ennesimo regalo. Si poteva riqualificare l’area raccogliendo fondi, invece la regaliamo ai privati per costruire palazzoni di 7 piani. Ci sono delle incongruenze in cui si dice una cosa e se ne fa un’altra: ci sta la palestra, il cinema estivo, ma non ci sta la struttura commerciale, perché non ce n’era bisogno. Nell’area la gente andava a parcheggiare e con questa soluzione di decide di fare un parcheggio seminterrato, così costa meno, una piazza con dislivelli e una ciclabile assolutamente tortuosa e inutilizzabile. Sarebbe stata meglio un’ampia area verde, un parco giochi per disabili o altro”.

Per Art.1 – Mdp – Per me Modena, Vincenzo Walter Stella ha evidenziato che “al bando di riqualificazione ha partecipato un unico soggetto e ciò significa che la città ha corso il rischio di non iniziare neppure il percorso di riqualificazione di quest’area abbandonata da troppo tempo. Questo dovrebbe farci riflettere sulla necessità di procedere. Aspettare l’ultimazione dell’intervento del teatro di Ert per decidere che tipo di riqualificazione fare nella restante area – ha aggiunto – pone il rischio di far passare altri 15 anni per tornarne a parlare. Quando e se il Governo metterà a disposizioni sufficienti risorse per consentire ai Comuni di non doversi appoggiare ai privati – ha concluso il consigliere – allora si potranno fare le cose ancora meglio”. Marco Cugusi ha sottolineato “la capacità del sindaco di portare a Modena dei finanziamenti pubblici da altri livelli: si tratta di un investimento che restituisce alla città cultura in un luogo che, se anche non è fortemente degradato, non è nemmeno a posto. Non credo – ha proseguito il consigliere – che la rigenerazione urbana si possa fare con le figurine e saremmo tutti d’accordo se, domani, il ministro dello Sviluppo economico decidesse di mettere un pacchetto di miliardi a disposizione degli enti locali per fare rigenerazione senza aree commerciali o residenze. Questo è il mio sogno, ma si scontra con la cruda realtà”. In sede di dichiarazione di voto, il capogruppo Paolo Trande ha evidenziato che “tutto il Consiglio riconosce la necessità di avere una netta prevalenza della componente pubblica e di un intervento di qualità; la vera differenza è sulle tempistiche. Anche a noi piacerebbe avere tante risorse per fare tutto subito, ma è dal 1991 che va avanti questa storia e l’intervento precedente è stato ampiamente rivisto con questa proposta che presenta un giusto equilibrio. Riteniamo ci sia una netta prevalenza dell’interesse pubblico – ha proseguito – e che ci siano buone ragioni per votare a favore e restituire alla città questa parte fondamentale. In alcuni casi il coinvolgimento dei privati in grado di mettere in campo risorse non è per forza un elemento negativo”.

Marco Chincarini ha espresso posizione contraria sulla proposta: “La valutazione politica di questo intervento non è positiva; non mi piace il progetto e credo avremmo potuto raccontare ai cittadini una città diversa”. Il consigliere ha evidenziato che “le risorse per fare l’intervento del teatro dell’Ert ci sono e se diciamo no alla proposta del privato non interrompiamo questo intervento che ha le sue gambe e che può contrastare il degrado. Lo spazio che attualmente ospita il teatro delle Passioni, inoltre, potrebbe essere recuperato con poco. L’intervento che stiamo andando a fare – ha aggiunto – mi sembra più spostato sull’interesse del privato; potevamo dire ai cittadini che recuperavamo lo spazio un pezzettino per volta senza cedere a logiche di mercato”.

Mario Bussetti del M5s ha precisato: “Non ci sfugge il degrado, ma ci sono aree della città in cui non si può nemmeno entrare e altre, come questa, che sono comunque in larga parte utilizzate. Nessuna delle offerte presentate – ha proseguito – rispetta completamente le indicazioni del documento di indirizzi e invece di derogare si doveva ripartire con un’altra gara pubblica, perché magari altri privati non hanno partecipato ritenendo troppo stringenti gli indirizzi. Inoltre, alcuni esperti ritengono troppo bassa la valutazione economica del terreno ceduto e delle palazzine: il nostro ruolo di controllo ci impone di verificare tale valutazione e i criteri utilizzati, ma non siamo stati in grado di farlo a causa di un grande difetto di trasparenza politicamente inaccettabile”. In dichiarazione di voto, Marco Rabboni ha parlato di “progetto svilito. Puntavamo a qualcosa di qualità – ha aggiunto – che potesse far fare un salto alla città, non un progetto con cose superflue in cui sembra ci sia davvero un regalo ai costruttori. Se con questo intervento spariscono i centri di vicinato attualmente presenti, i negozi diffusi – ha aggiunto – dopo si dovrà davvero prendere l’auto per andare al centro commerciale”. Il consigliere ha riconosciuto all’Amministrazione “la capacità di trovare fondi europei per interventi che ora vengono fatti. Perché non andare avanti in questa direzione – ha chiesto – facendo il primo stralcio dell’ex Enel e continuando a cercare fondi e risorse per gli altri interventi?”.

Per il Pd, Marco Forghieri ha evidenziato che “se riusciamo a stare attenti, in fase di progettazione, agli elementi della movimentazione delle merci e del degrado e decoro, non dovremmo avere difficoltà di gestione dell’area”. Rispetto alla struttura commerciale, il consigliere ha precisato che “non si può parlare di centro commerciale e in questa zona si era rilevata una carenza di strutture di medie dimensioni. Non è corretto il confronto tra questo tipo di struttura e il mercato Albinelli o altri negozi in zona – ha proseguito – perché un servizio di questo tipo in questa zona non credo porti sovrapposizioni”. Diego Lenzini ha ricordato che “il fatto che l’intervento all’ex Enel parta non significa che anche il secondo stralcio è stato finanziato; si dovranno cercare risorse”. Il consigliere ha precisato inoltre che “non è una scelta politica dare un valore alle aree dei fabbricati ma, come in tanti altri casi, c’è un collegio di periti che fa le valutazioni. Qui si viene a mettere in dubbio la perizia giurata dei tecnici: se per alcuni le perizie sono sbagliate – ha aggiunto – attraverso una strada parallela potranno dimostrarlo e bloccare il progetto”. Lenzini ha inoltre sottolineato che “questa Amministrazione negli anni ha catalizzato una quantità incredibile di fondi, ma non era sostenibile prevedere tutto l’intervento come pubblico. Dire che sarebbe bello fare le cose, anche se non si possono fare – ha concluso – è un modo di fare politica che non ci appartiene”. Antonio Carpentieri ha evidenziato che “nello studio effettuato sul commercio, in questa zona risultava esserci una sorta di buco, una necessità di servizi e, con questo intervento, si coglie l’occasione di fornire un supermercato all’area”. Il consigliere ha evidenziato che a Modena “il Movimento 5 stelle dice basta supermercati mentre altrove, ad esempio a Torino, fa scelte politiche diverse. Dove governa e amministra ha dato già mano a scelte importanti che incideranno sulla vita dei quartieri in cui si insedieranno veri e propri ipermercati”. Rispetto alla perizia, il consigliere ha sottolineato che “è legittimo capire meglio come si è arrivati a una determinazione, ma quando ci sono tecnici con una professionalità è necessario partire dal presupposto che la valutazione sia corretta”. In dichiarazione di voto, Andrea Bortolamasi ha ritenuto di “ripartire dai fondamentali. Il degrado è una condizione di deterioramento di una situazione e, all’ex Amcm, in passato, soprattutto il consigliere Morandi lamentava una situazione di degrado. Quindi, o è cambiato qualcosa all’ex Amcm o è cambiato qualcosa nel consigliere in quanto magnificamente, nelle ultime ore, sembra che l’area non necessiti di alcuna miglioria. Sono inoltre contento che in questa occasione si consolidi la vicinanza Lega-M5s”. Il consigliere, annunciando voto a favore, ha poi concluso che “va riconosciuta la capacità di reperire risorse per questi interventi e la validità di un progetto strategico per la città che sblocca un comparto fermo da tempo, una riqualificazione che la città attende da tanto”.

In chiusura di dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha evidenziato che tutte le Amministrazioni hanno sempre posto attenzione al tema del commercio, che rappresenta un servizio. E per rendere la città più sostenibile – ha aggiunto – anche il commercio deve essere oggetto di una forte rivisitazione: oggi siamo ancora figli di una pianificazione del commercio che ha creato degli oligopoli, mentre tutte le operazioni fatte da questa Amministrazione sono state indirizzate a riallineare la situazione rispetto alla libera concorrenza e creare una rete più diffusa in grado di fornire servizi”. L’assessora ha infine ringraziato i tecnici per la qualità del lavoro effettuato e ha rivendicato “l’onestà e competenza nel lavoro fatto dalla Giunta e da tutta la struttura comunale”.

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