20/07/2018

HOUSING SOCIALE A VACIGLIO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Delibera e ordini del giorno sulle desigilizzazioni approvati dalla maggioranza. Contro il Movimento 5 stelle, Forza Italia, Lega Nord ed Energie per l’Italia

“Una sfida da affrontare nel merito e senza demagogia”. L’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha concluso così il dibattito sulla delibera per l’ok alla convenzione del progetto di social housing che verrà realizzato nel comparto di Vaciglio-Morane, facendo riferimento agli ordini del giorno approvati che sollecitano impegno per potenziare il valore ecologico ambientale del territorio, anche con le desigillazioni. La delibera è stata votata dalla maggioranza (Pd e Art.1 – Mdp – Per me Modena, con il consigliere Marco Chincarini che si è avvalso della facoltà del non voto), mentre hanno votato contro il Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega Nord ed Energie per l’Italia.

Dopo aver ricordato i principali progetti di rigenerazione urbana su cui ha lavorato questa amministrazione (dall’ex Amcm al Progetto Periferie), l’assessora ha sottolineato come quello relativo a Vaciglio sia stato riorientato all’insegna dell’efficienza ambientale, del recupero di territorio di impermeabilizzazione (circa 5 mila metri quadrati) e con una forte caratterizzazione sociale, ma serve la consapevolezza che gli interventi di questo tipo, nell’ambito dell’edilizia residenziale sociale (Ers), se realizzati con riqualificazione e rigenerazione hanno bisogno di significativi contributi pubblici per riequilibrare il costo più alto delle aree.

Aprendo il dibattito Adolfo Morandi (Forza Italia) ha ribadito le critiche sulle politiche sviluppate sulle aree F e, rispetto a Vaciglio, ha definito “vecchia” la progettazione: “Servivano edifici più alti, grattacieli, per ridurre l’utilizzo di suolo, garantire ampi spazi verdi e migliorare le infrastrutture, per una città che guardi al futuro”. Morandi ha criticato gli affitti previsti (“non certo modesti”) e sui costi dell’intervento ha giudicato ci siano “ampi margini per i costruttori”.

Anche Luigia Santoro (Lega Nord) ha criticato il progetto (“l’ennesima cementificazione”) criticando i costruttori e la fretta di assegnarlo, senza nemmeno realizzare una gara per la realizzazione del social housing, prima “delle prossime elezioni amministrative”. Per Santoro, che ha criticato anche il bosco urbano (“elimina la possibilità di costruire lì accanto, quindi evita la concorrenza”), sarebbe stato meglio approfondire strumenti e modalità per tornare indietro (anche in ragione del ricorso al Tar pendente), o almeno rallentare il percorso, come richiesto anche da MoBasta Cemento, “un comitato serio e competente, eroici nel cercare di fare valere i propri diritti”.

Anche per Giuseppe Pellacani (Energie per l’Italia) sarebbe stato meglio approfondire la possibilità e i costi di un “passo indietro”, mentre per il futuro è necessario dare priorità al recupero e alla rigenerazione urbana “scoraggiando nuove urbanizzazioni”, come avviene in Europa, mentre “la maggioranza dimostra solo qualità acrobatiche sulle definizioni della promessa di saldo zero”.

L’insistenza sul saldo zero e sulle desigillazioni è stata richiamata anche da Mario Bussetti (Movimento 5 Stelle) sottolineando che, però, “le costruzioni sono certe, le desigillazioni al momento solo teoriche”, mentre l’obiettivo vero deve essere quello di “ridurre il costruito, il saldo zero a parole è solo marketing”. Per Bussetti sarebbe servito un approfondimento dei costi per rivedere l’intervento perché “è sbagliato costruire sul verde: siamo favorevoli al social housing ma ciò non cambia il nostro giudizio sull’intervento a Vaciglio”.

Per il Pd, Antonio Carpentieri ha sottolineato il valore ambientale dell’intervento (dal bosco urbano al verde pubblico, dalla qualità edilizia di classe A4 alle desigillature), mentre Tommaso Fasano ha ricordato il profilo sociale dell’iniziativa che ha tra gli obiettivi anche quello di rafforzare la proposta di alloggi in affitto. “Quella del social housing è una scelta cultura controcorrente – ha aggiunto Simona Arletti – e il no della destra lo trovo coerente con i propri valori, più contraddittoria la posizione dei 5 Stelle”. Gli aspetti economici delle proposte per acquisto e affitto sono stati sottolineati da Diego Lenzini evidenziando come si collochino ben sotto i valori del mercato modenese, valori inarrivabili “per molte famiglie alle quali si rivolge questa opportunità”.

Il capogruppo Fabio Poggi ha ricordato l’esperienza da presidente di Circoscrizione nel ricostruire situazioni di comunità nel quartiere (“un grande cocomero può aiutare nell’aggregazione, per riprendere i fili di una comunità, ma il vero obiettivo è sperimentare politiche abitative pubbliche che favoriscano questo valore sociale”) e ha ribadito la volontà dell’amministrazione di “progettare con il Quartiere il verde di comparto, insieme alla nascita del bosco urbano”. Nel sottolineare i costi proibitivi per le operazioni di edilizia sociale in contesti di rigenerazione urbana, Poggi ha espresso l’auspicio che “però si possano realizzare, aumentando il valore ambientale della città, come stiamo facendo in tante iniziative di urbanistica virtuosa”.

Per Art.1 – Mdp – Per me Modena il capogruppo Paolo Trande e Vincenzo Valter Stella hanno sottolineato sia l’importanza degli interventi di desigillazione in una prospettiva di saldo zero del territorio impermeabilizzato sia l’esigenza di rispondere al bisogno abitativo delle fasce sociali che non possono permettersi i valori del mercato immobiliare modenese. Francesco Rocco ha aggiunto un’attenzione specifica per l’affitto calmierato e ha invitato il governo nazionale a mettere risorse sul tema della casa.

Marco Chincarini ha spiegato il suo non voto ricordando l’impegno politico contro il meccanismo perequativo delle aree F, “una battaglia sviluppata insieme a Eugenia Rossi, allora consigliera comunale, e io oggi sono qui come grande sconfitto: bene il bosco, bene la riduzione del numero di alloggi, ok le desigilizzazioni e l’housing sociale… quindi non voterò contro questa delibera, ma ora la sfida è sulla rigenerazione”.

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