20/12/2019

5G, A MODENA NON È IN CORSO LA SPERIMENTAZIONE DIFFUSA

“Siamo attenti agli aspetti sulla salute e alle potenzialità della nuova tecnologia di telefonia mobile”. Ludovica Ferrari ha risposto a un’interrogazione del M5s

A Modena non è in corso la sperimentazione diffusa del 5G come sta invece avvenendo in altre città, infatti il Comune non ha sottoscritto alcun protocollo con nessun operatore. Allo scopo di approfondire le tematiche di salute connesse al 5G, è invece da tempo attiva una collaborazione tra Comune, Unimore e Ausl nell'ambito del Conferenza Territoriale Socio Sanitaria e il sindaco, come presidente della Ctss, ha chiesto e ottenuto dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl una relazione sui possibili effetti delle esposizioni a campi elettromagnetici generati da telefonia.

Lo ha sottolineato l’assessora alla Smart City Ludovica Carla Ferrari rispondendo in Consiglio comunale, giovedì 18 dicembre, a un’interrogazione di M5s illustrata da Enrica Manenti. L’istanza chiedeva l’ubicazione degli impianti di telefonia esistenti su terreni privati, comunali o di altri enti pubblici; se tra questi ci siano impianti con tecnologia 5G o predisposti, quali siano soggetti a monitoraggi, se sono stati riscontrati problemi e come sono visibili i dati; quante nel 2019 le richieste di modifiche, nuove installazioni e di quali gestori; se si intendono approfondire le tematiche delle possibili conseguenze negative dell’esposizione al G5; se si ritiene opportuno creare un tavolo che serva da aggiornamento continuo sugli avanzamenti di tecnologia e ricerca sugli aspetti legati alla salute”. 

Per quanto riguarda gli aspetti legati alla salute, l’assessora ha ribadito quanto afferma la relazione prodotta in sede di Ctss: che la fonte di esposizione più importante e potenzialmente pericolosa è l’utilizzo del telefono cellulare: è questo il fattore di rischio a cui prestare attenzione e da gestire con adeguate precauzioni.

Ha anche precisato che gli impianti di telefonia sono soggetti a iter istruttorio, sia per quanto riguarda i nuovi che per le modifiche agli esistenti e indipendentemente che siano su suolo pubblico o privato. Inoltre, le pratiche sono sottoposte ad un’istruttoria tecnica che coinvolge uffici comunali, Arpae (Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente e Energia) e Ausl. Il catasto degli impianti di telefonia presenti, con 3G e 4G, è sul sito Arpae e anche se non richiesto dalla normativa, il Comune dà notizia della presentazione di ogni progetto sul sito del Settore Ambiente. Arpae è preposta alla verifica del rispetto dei limiti associati all’esposizione ai campi elettromagnetici prodotti da impianti di telecomunicazione; la verifica viene effettuata preliminarmente all’installazione e l’agenzia organizza il monitoraggio i cui esiti sono disponibili sul sito stesso.

L’assessora ha poi spiegato che per capire quale effetto avrebbe il 5G sul futuro dell’automotive, insieme a Unimore, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ad alcune Imprese della Motor Valley, è stata invece attivata una sperimentazione verticale, limitata, legata all’Automotive Smart Area. Nell’area del Progetto Masa sono installate due antenne 5G Fastweb di proprietà dell’operatore che opera su frequenze rilasciate “Ad Evento Test” dal Mise, che coprono circa 100 metri in una zona libera in cui si fanno test auto motive e un’altra coppia di antenne mobili è utilizzata per test in pista all’Aerautodromo di Marzaglia.

Analizzando le potenzialità della nuova tecnologia, l’assessora ha anche osservato che “il 5G è più veloce, più capiente e selettivo, consente comunicazioni con molti dati solo dove e quando serve, rispetto agli attuali 3G e 4G più pervasivi e potenti. Lo sviluppo delle tecnologie radiomobili riveste una crescente importanza per cittadini ed imprese, per fruire di servizi digitali sempre più evoluti”.

Chiedendo la trasformazione in interpellanza, Giovanni Bertoldi di Lega Modena ha espresso preoccupazioni sulla tecnologia 5G “in quanto gli studi sul tema non sono univoci, ma contraddittori, alcuni la definiscono più dannosa delle precedenti. Non si vuole bloccare l’evoluzione della tecnica, ma bisogna avere precauzione e garantire la sicurezza. Sollecitiamo quindi a continuare nella verifica degli studi”.

Paola Aime dei Verdi ha evidenziato l’importanza “del principio di precauzione, che vuol dire informare e sperimentare. Di fronte a questo sviluppo tecnologico ci stiamo preoccupando solo dei danni sugli uomini e non di quelli a esseri più piccoli, come gli insetti. Il 5G è un salto pericoloso su cui è possibile rallentare per capire che conseguenze ha su tutti gli esseri viventi”, ha aggiunto.

Per Stefano Manicardi del Pd “Modena, a differenza di altre città, ha prima deciso di avvalersi di giudizi tecnici sugli effetti del 5G. Non sono ancora stati scientificamente provati danni sulla salute ed è necessario aspettare le fasi sperimentali. Oltre alla salute, ci deve interessare come questa nuova tecnologia influisce nelle abitudini di vita e di lavoro”, ha affermato.

Nella replica, Enrica Manenti del M5s si è detta soddisfatta al 40 per cento: “È ovvio che l’assessorato ponga attenzione a potenzialità e rischi, ciò che manca, e che raccomando, è l’apertura anche ai cittadini di un tavolo con gestori, Ausl e altri soggetti. Una competizione tra progresso, salute e ambiente è profondamente deleteria e distruttiva, è importante quindi fare uno sforzo di condivisione delle informazioni con i cittadini”.

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