14/05/2020

PEEP CITTANOVA 2, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione all’unanimità della delibera
Sono intervenuti consiglieri comunali di diversi gruppi nel dibattito che è scaturito dalla delibera sulla modifica della convenzione per la concessione in diritto di superficie dell’area Peep Cittanova 2. Il provvedimento, approvato all’unanimità nella seduta di mercoledì 13 maggio, consente di fare un passo in avanti nella vicenda della palazzina di via Pannunzio a Cittanova, dove il cantiere è in fase di stallo e 12 famiglie rischiano di rimanere senza casa pur avendo anticipato importanti somme di denaro per l’acquisto.
Stefano Manicardi (Pd) ha sottolineato che “questa delibera costituisce un segnale importante verso le famiglie che hanno visto dilatare i tempi di consegna degli alloggi. Mi fa piacere che l’Amministrazione, sempre in sinergia con queste famiglie, abbia portato la delibera in Consiglio comunale dopo solo due mesi dalla discussione nell’Assemblea. Ora via alla fase che porterà alla discussione con le parti in causa e speriamo che in tempi brevi, già in giugno, sia possibile avviare i lavori”. In dichiarazione di voto, Diego Lenzini ha sottolineato che i controlli sui cantieri “non sono mai troppi e nel tempo possono emergere situazioni che portano un’impresa sana a riscontrare problemi. Nel caso di Cittanova, così come in altri episodi, l’Amministrazione ha dimostrato di non voler abbandonare i cittadini e li ha affiancati in un frangente delicato come quello dell’acquisto della casa, col rischio che la vicenda si trascini in Tribunale allungando ulteriormente i tempi. Questo comportamento è positivo e mi auguro che si replichi in futuro”.

Antonio Baldini (Lega Modena) ha spiegato che “l’impresa appaltatrice in corso d’opera ha eseguito varianti e di conseguenza il prezzo è salito. Il prezzo dell’opera era stato stabilito ‘a corpo’ e le varianti avrebbero dovuto essere discusse meglio; ma questo non era compito dei soci bensì della cooperativa del diritto di superficie. Ora le famiglie hanno accettato il male minor pur di entrare in possesso delle abitazioni, ovvero sborsare ulteriori 30 mila euro a testa. Le nostre perplessità sul piano politico rimangono: il Comune che è proprietario del lotto avrebbe potuto affrontare prima la vicenda per capire quale fosse la situazione patrimoniale della San Matteo”.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha definito “prioritario” l’impegno per il diritto alla casa delle famiglie, ma ha rimarcato “un problema più generale: ci è stato detto che la maggior parte degli interventi Peep va a buon fine, ma non è così, e Modena non può tollerare un episodio grave ogni consigliatura. Esistono un problema a valle e uno a monte: a valle il limitato raggio di azione di controllo da parte del Comune e a monte gli strumenti normativi e tecnici che devono essere utilizzati nei bandi per le assegnazioni”.

Katia Parisi (Modena Solidale) ha fatto presente che ora le 12 famiglie “stanno spendendo ulteriori somme per via della situazione di alloggio precario alla quale devono sottostare. Certo da quando il caso è stato presentato in Consiglio comunale molti passi sono stati fatti in avanti, siamo al 90 per cento del completamento, ma ancora più di prima è necessaria la collaborazione di tutte le parti coinvolte per risolvere il problema. Di sicuro maggior dialogo tra le parti avrebbe evitato questi problemi”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della Famiglia) ha affermato: “Abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che questa delibera rappresenterà un passo avanti nella risoluzione del problema che vivono i nostri concittadini. Inoltre, il Comune dovrebbe avere maggiore attenzione nella scelta delle imprese che vengono coinvolte in queste operazioni: è evidente che l’approfondimento non è stato sufficiente rispetto alla capacità della cooperativa di far fronte agli impegni. Auspichiamo che il problema sia di vicinissima soluzione”.

Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha espresso “parere positivo” per il provvedimento del Comune che “ha aggiunto un tassello significativo nella vicenda. Peraltro – ha aggiunto – dal momento che il prezzo dell’opera sarebbe stato stabilito ‘a corpo’, ho dubbi sulla legittimità della richiesta di 30 mila euro aggiuntivi alle 12 famiglie per completare gli interventi. Questi cittadini, accettando il nuovo esborso, hanno assunto grande responsabilità”.

In chiusura di dibattito è intervenuta l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, precisando in prima battuta che “quando si parla del contratto ‘a corpo’, si fa riferimento al rapporto tra cooperativa aggiudicataria e impresa realizzatrice. Non riguarda il Comune, che ha predisposto il piano economico–finanziario con il prezzo massimo di vendita”. Allargando il discorso, l’assessora si è detta “d’accordo sulla necessità di ripensare le regole alla base della nuova edilizia convenzionata: aggiorneremo le norme con le quali si definiscono i soggetti che attuano politiche pubbliche, così che tengano conto della modalità di realizzazione delle opere ‘a corpo’, di nuove regole di controllo, della solvibilità dell’aziende, che pure può variare da un anno all’altro. Il rischio è che altrimenti accadano situazioni spiacevoli, ma rimane la consapevolezza che quelli che si sono verificati sono pochi casi a fronte dei 13 mila alloggi che le politiche pubbliche hanno consegnato a Modena”. Allo stato attuale, ha poi chiarito l’assessora, “il Comune non ha potere ispettivo sull’attività svolta dal soggetto attuatore privato: nel momento in cui vediamo inadempimento si può andare verso la decadenza, altrimenti viene sollecitato l’intervento degli organi deputati al controllo delle attività della società”.

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