11/10/2021

AZIONI CONTRO LA TRATTA / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione dell’ordine del giorno

Il dibattito che ha preceduto l’approvazione da parte del Consiglio comunale dell’ordine del giorno contro lo sfruttamento e la tratta è stato aperto da Vittorio Reggiani (Pd). Il consigliere ha sottolineato come spesso, quando si affronta il tema della prostituzione, “sembra che l’attenzione prevalente sia sull’ordine pubblico, mentre la nostra preoccupazione principale deve essere tenere alta l’attenzione sul fenomeno anche quando non è visibile. Per questo il documento specifica che anche la proposta di prendere in considerazione strumenti come l’ordinanza di Rimini deve essere valutata nell’ambito di un lavoro integrato con tutte le associazioni sul territorio”. Anche per Ilaria Franchini “il fenomeno non può e non deve essere discusso solo in chiave securitaria ma va affrontato da diversi punti di vista: il nostro obiettivo deve essere capirlo, verificare le misure intraprese fino a oggi e trovare la strada giusta per venire in contatto con le persone sfruttate e tenute in schiavitù che hanno bisogno di protezione ma anche di un successivo percorso di inclusione sociale”. Federica Di Padova, esprimendo diverse perplessità sull’ordine del giorno e auspicando un approfondimento, si è detta dispiaciuta “nel constatare che l’ordine del giorno, che nobilmente dice di voler aiutare le vittime della tratta, nella prima parte del dispositivo si concentra in realtà sull’ordine pubblico: il fatto che ci siano persone costrette a compiere atti sessuali dovrebbe starci a cuore anche quando non si vedono e quando i cittadini non si lamentano”. Per Antonio Carpentieri “l’esperienza del Comune di Rimini può essere interessante ma va analizzata a fondo. Le ordinanze possono essere uno strumento nell’emergenza, come quelle utilizzate a Modena anni fa che punivano i fruitori, ma noi dobbiamo continuare a tenere l’attenzione su tutto quello che c’è dietro il tema della sicurezza e cioè sulle persone in balia dei trafficanti e costrette a prostituirsi”.

Per Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) il tema è “delicatissimo e dovrebbe essere affrontato e approfondito in modo organico, non tirato fuori in modo strumentale. La mozione indica alcuni elementi reali, ma presenta anche forti criticità, incentrandosi sull’elemento della sicurezza e dell’ordine pubblico al punto da prendere a riferimento l’ordinanza di Rimini, che prevede le stesse sanzioni per chi offre prestazioni sessuali e chi concorre all’offerta. Non mette abbastanza l’accento, invece, sul tema della prevenzione e su quello del contrasto alla criminalità organizzata”.

Anche per Paola Aime (Europa verde-Verdi) il tema è “delicato e complesso e non può essere risolto votando una mozione che è incentrata sulla sicurezza. La sicurezza dei cittadini è sacrosanta ma non coincide con la sicurezza delle donne e con la dignità, o la ricerca di una dignità, nel lavoro di prostituzione, non sempre le donne sono obbligate. Avrei voluto un’occasione per cercare di capire il fenomeno e un ordine del giorno che andasse oltre la sanzione”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha messo in evidenza che la mozione si inserisce nel contesto legislativo già in vigore in Italia, e confermato anche dalla relazione conoscitiva depositata nei mesi scorsi in Senato, che “applica un modello cosiddetto abolizionista, colpendo soltanto i comportamenti di terzi che possono indurre, promuovere e sfruttare la prostituzione. In questo quadro l’ordine del giorno agisce sul tema della sicurezza”.

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