26/10/2021

SCUOLA / 2 – PROGETTO DI RICERCA AL POLO VILLAGGIO GIARDINO

Dall’inclusione dei bimbi con disabilità a percorsi e luoghi flessibili pensati sui bisogni di ciascuno. Docenti e educatori a lezione da Dario Ianes per pensare la scuola di domani

Va nella direzione di arrivare anche a ripensare tempi e spazi educativi per garantire percorsi in grado di rispondere ai diversi bisogni dei bambini, quindi veramente inclusivi, il progetto di ricerca attivato con l’avvio di quest’anno scolastico presso il Polo scolastico Villaggio Giardino di Modena.

Il progetto proposto dal Coordinamento pedagogico del Comune di Modena prevede incontri a cadenza mensile con la supervisione del docente di Pedagogia e Didattica dell’inclusione Dario Ianes, cofondatore del Centro Studi Erickson di Trento. Al centro degli incontri ci sarà l’osservazione dei comportamenti problematici di bambini con o senza disabilità e l’individuazione degli elementi che disincentivano o favoriscono tali comportamenti. L’obiettivo è arrivare a individuare strumenti e opportunità in grado di ripensare i contesti educativi come luoghi in cui le risorse a supporto dei processi di inclusione scolastica diventano occasione per sviluppare interventi capaci di prevenire o modificare i comportamenti problematici, allontanando i possibili rischi di processi di esclusione e favorendo il benessere di tutti i bambini.

La ricerca coinvolge educatrici, insegnanti, personale educativo assistenziale e coordinatori e intende diventare il punto di partenza di una trasformazione concreta dei contesti educativi in senso sempre più inclusivo.

La presenza nello stesso Polo scolastico Villaggio Giardino di nido e scuola d’infanzia consente anche una prospettiva di continuità, perché la crescita è un processo continuo che richiede agli adulti che lavorano con i bambini uno sguardo sul prima e sul dopo.

“Guardando al futuro – afferma l’assessora Grazia Baracchi - ripensare gli spazi e i tempi potrebbe significare lavorare per sezioni aperte, con centri di interesse diffusi in cui i bambini sostano secondo le proprie potenzialità e passioni, senza omologarsi a un tempo standardizzato per tutti, avendo invece l'occasione di costruire percorsi personalizzati. Per un bambino con disabilità questo significherebbe evitare di adattarsi costantemente a spazi e tempi inadeguati ai propri bisogni, con la possibilità invece di un contesto che offre stimoli adeguati ed evitando situazioni che rischiano, al contrario, di farlo sentire escluso”.

 

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