26/10/2021

SCUOLA E DISABILITÀ, BARACCHI: PENSIAMO CONTESTI INCLUSIVI

In aumento i casi segnalati alle superiori. Investimenti per 6 milioni di euro per il sostegno a bambini e ragazzi. Personale educativo assistenziale: una risorsa per tutto il gruppo

Sei milioni di euro investiti ogni anno e 8.322 ore di personale educativo assistenziale (Pea) e tutor assegnate nell’anno scolastico 2020/2021 per garantire il diritto allo studio a oltre un migliaio bambini e ragazzi certificati o segnalati nei vari ordini di scuola (esattamente 1.031). Sono le cifre dell’impegno del Comune di Modena per l’inclusione scolastica, ma i numeri non possono rendere conto di ragazzi e famiglie, di difficoltà e risultati raggiunti. Per quanto sia fondamentale garantire un importante monte orario di sostegno (la quasi totalità degli studenti certificati è raggiunto da personale educativo assistenziale del Comune individualmente o con progetti di gruppo) e garantire il più possibile la continuità del personale, i numeri non fotografano il processo di inclusione degli alunni con disabilità: un terreno su cui Modena intende fare un ulteriore passo avanti, anche attraverso progetti innovativi.

Nel territorio comunale solo alle scuole primarie gli alunni certificati quest’anno sono diminuiti (da 374 a 336) in linea con il trend demografico; sono invece aumentati alla scuola d’infanzia e soprattutto sono cresciuti nelle scuole secondarie di primo e secondo grado che segnano un più 8,5 per cento delle segnalazioni, un dato che risente forse degli effetti della chiusura prolungata delle scuole su studenti con Bes (Bisogni educativi speciali) o disagio socio-culturale ed economico.

“Se è vero che occorrono professionalità formate rispetto a bisogni specifici legati alla disabilità - afferma l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi - è altrettanto vero che il progetto sugli alunni con disabilità deve essere condiviso e portato avanti sia dal personale educativo assistenziale che dalle insegnanti curriculari, quindi, una formazione di base è necessaria per tutti, docenti, educatori e coordinatori. La presenza di bambini con disabilità implica infatti la necessità di maggiori risorse e competenze, ma non necessariamente un’assegnazione individuale”. L’aumento dei casi segnalati ha generato, per esempio, situazioni con presenza nella stessa classe di due, a volte tre, educatori, oltre ai docenti curriculari, determinando quindi, un’alta concentrazione di adulti in un contesto rigido che rischia di essere più esclusivo che inclusivo.  

“Vogliamo uscire dalla logica del rapporto 1 a 1 nel processo di inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità: il personale educativo assistenziale offre uno sguardo competente rispetto alla specificità dei bisogni dei bambini, ma è al tempo stesso un’importante risorsa professionale per tutto il gruppo di lavoro – continua l’assessora - non solo quindi un sostegno al bambino, ma una risorsa di cui tener conto nel contesto generale, anche nella progettazione delle presenze. Il nostro obiettivo deve essere quello di rendere tutto il contesto scolastico inclusivo garantendo percorsi educativi flessibili e personalizzati per tutti gli alunni e quindi realmente inclusivi, perché rispondenti a differenti bisogni”.

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