20/11/2021

VERDE E SICUREZZA, 880 MILA EURO DI INTERVENTI IN TRE ANNI

L’assessora Filippi ha risposto all’interrogazione della consigliera Moretti (Lega Modena): “Attività diffuse e costanti nel tempo; programmate sulla base delle criticità”

Sono oltre 880 mila euro le risorse investite nell’ultimo triennio per interventi sul verde pubblico in funzione della sicurezza e gli interventi effettuati su alberature di intere vie sono stati oltre una cinquantina. Più in generale, le attività di potatura, rimonda del secco e rialzi delle chiome sono costanti nel tempo e diffusi su tutta la città, secondo una programmazione che privilegia le situazioni di maggior criticità.

Lo ha affermato l’assessora Filippi nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 18 novembre rispondendo all’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Lega Modena, presentata da Barbara Moretti, sulla manutenzione del verde cittadino in relazione all’incidentalità.

La consigliera ha chiesto, in particolare, “a quando risale un’organica potatura dell’impianto arboreo sistemico di piazze, vie, viali e parchi della città, nonché il ridimensionamento delle frasche arboree” in prossimità dei semafori e della segnaletica verticale. Moretti ha inoltre chiesto quali fondi vengano impiegati a tale scopo e se si attinga anche ai proventi delle contravvenzioni per infrazione del codice della strada; infine ha domandato con quali criteri vengano posti i dissuasori di velocità ai margini degli incroci tra vie secondarie e vie a scorrimento veloce.

L’assessora ha precisato che gli interventi di gestione del verde vengono fatti dal settore Lavori pubblici del Comune e che, quest’anno, è stata fatta una analisi abbastanza diffusa dello stato di salute delle alberature, prevedendo l’ordine degli interventi sulla base del grado di pericolosità. Gli importi per queste attività provengono sia da spese in conto capitale sia da spesa corrente, cui si aggiunge in alcune situazioni, appunto, l’utilizzo di proventi da infrazioni del Codice della strada. “Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums) – ha proseguito – approvato dal Consiglio a luglio 2020, mira attraverso una serie di interventi infrastrutturali di breve (2 anni), medio (5 anni) e lungo periodo (10 anni) a un crescente ampliamento delle cosiddette Zone 30. Nello scenario di lungo termine, si giungerà a un nuovo assetto infrastrutturale con la realizzazione della cosiddetta Città 30, che consiste nell’adozione diffusa del limite massimo di velocita a 30 chilometri orari su ampie porzioni della rete stradale urbana, circoscrivendo l’adozione del limite di 50 chilometri orari alla rete stradale primaria e agli assi di scorrimento urbano prevalentemente destinati al traffico veicolare. Ciò sarà possibile grazie alla realizzazione di interventi, anche strutturali, di calmierazione delle velocità su tutti gli assi stradali di tipo F urbani (strade locali urbane), ove la normativa li consente, ad esclusione delle zone industriali”.

L’assessora ha poi aggiunto che, “in linea con gli obiettivi fondamentali recepiti dalle politiche europee e nazionali, il Pums mira a una riduzione significativa dell’incidentalità stradale con particolare attenzione alle componenti deboli, come bambini, anziani, pedoni e ciclisti. L’aggiornamento periodico dei dati relativi all'incidentalità potrà corroborare l’efficacia dei provvedimenti dopo la loro attuazione, oltre a confermare le criticità di alcuni punti già individuati nelle analisi riportate nel Piano o rivelarne altre da affrontare nelle fasi di revisione successiva”.

Nelle nuove zone 30, gli interventi di calmierazione del traffico saranno il frutto di progettazione specifica sulla base del contesto di attuazione. “In tali ambiti – ha sottolineato Filippi – le soluzioni finalizzate alla limitazione delle velocità veicolari e all’eliminazione del traffico parassita in attraversamento saranno prevalentemente di carattere strutturale, con l’inserimento di elementi come dossi, chicanes, restringimenti puntuali, sensi unici alternati, attraversamenti rialzati/protetti o intersezioni rialzate, ma anche attraverso una opportuna sistemazione della sosta o dei margini stradali. Nella progettazione potranno essere integrati anche provvedimenti di carattere non-strutturale come, ad esempio, la riorganizzazione dei sensi unici viari o la chiusura intermedia di alcuni assi”. L’assessora ha inoltre aggiunto che, al di fuori delle Zone 30, “in assi stradali urbani, in cui le caratteristiche geometrico-funzionali possono determinare dei valori di velocità in genere maggiori dei 50 chilometri orari o dove si registrano particolari tassi di incidentalità, si prevederanno interventi di adeguamento e riorganizzazione degli spazi stradali. Ad esempio – ha affermato – si potrà intervenire con la realizzazione di rotatorie o con la ridefinizione della sosta e delle corsie veicolari, per contribuire ad un più corretto utilizzo dell’asse stradale riducendo le punte velocistiche e migliorando la sicurezza delle diverse componenti di mobilità”.

Il consigliere Andrea Giordani del M5s ha colto l’occasione dell’interrogazione per chiedere come viene gestita e da chi la singola voce manutenzione, ad esempio i cartelli coperti da fogliame o altre situazioni.

Nella replica, la consigliera Moretti ha evidenziato che “è innegabile che alcuni viali sembrino non essere ancora ben manutenuti; potrebbero costituire un pericolo in caso di nevicata”.

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