29/06/2021

PROGETTI UTILI ALLA COLLETTIVITÀ, OK DEL CONSIGLIO A ODG

La mozione di M5s, Pd e Modena civica: “Fare il punto sul reddito di cittadinanza e attuare azioni per coinvolgere i percettori nei progetti predisposti dal Comune”

Fare il punto, anche attraverso commissioni informative, sullo stato di attuazione della legge sul reddito di cittadinanza nel territorio modenese a seguito della pandemia, e attuare ogni azione utile a coinvolgere i percettori del reddito nei Progetti utili alla collettività (Puc) predisposti dal Comune. È l’invito all’Amministrazione contenuto nell’ordine del giorno sull’applicazione del decreto del Governo che definisce forme, caratteristiche e modalità di realizzazione dei Puc approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 24 giugno. Sottoscritto da Movimento 5 stelle, Pd e Modena civica, e illustrato in aula da Giovanni Silingardi (M5s), il documento è stato approvato con il voto a favore anche di Sinistra per Modena, Verdi, Lega Modena; astenuti la consigliera Luigia Santoro (Lega Modena) e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia.

Dopo aver ricordato che il decreto attribuisce ai Comuni la possibilità di avviare i Puc, definendo le attività che i percettori del reddito di cittadinanza potranno svolgere, l’ordine del giorno parte dal presupposto che il Comune di Modena ha già approvato lo scorso marzo, con una delibera di giunta, le linee guida per attivare, una volta usciti dall’emergenza sanitaria, una prima sperimentazione dei Puc da attivare in ambito sociale e della tutela dei beni comuni, includendo attività inerenti la protezione civile e la sicurezza della città, per i quali i Servizi sociali hanno già individuato una platea di potenziali beneficiari. Successivamente, in linea con quanto previsto dal decreto, i progetti potranno essere sviluppati in ambito sociale, culturale, artistico, ambientale, formativo e altre attività coerenti con le finalità dell’ente locale.

Aprendo il dibattito per Lega Modena, Barbara Moretti ha commentato che un pregio del reddito di cittadinanza dovrebbe essere la politica attiva del lavoro che però è rimasta “teorica, a partire dallo scarso appeal dei centri per l’impiego, riducendolo a mera misura contro la povertà”. I Puc, ha proseguito, “possono essere uno strumento prezioso per la riqualificazione, la formazione e l’orientamento al lavoro di queste persone, sulle peculiarità specifiche del territorio e in attesa di una proposta di lavoro congrua”. Anche Giovanni Bertoldi ha affermato che “se reddito deve essere, almeno che la misura venga applicata in modo completo e non solo assistenzialista. In questo senso, il Puc è uno strumento importante perché può preparare i fruitori del reddito a un futuro lavoro, recuperando le parti buone della legge, oltre a dare loro un aiuto psicologico, facendoli sentire utili alla società”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha sottolineato che il reddito di cittadinanza prevede due fasi: la prima, di erogazione della misura di assistenza, “che è stata attuata e che dura fino a 18 mesi, prorogabili”, e la seconda di attivazione delle politiche attive del lavoro, “con una serie di obblighi a carico del beneficiario che andrebbero verificati. Questa fase ancora non c’è: abbiamo percettori di reddito che non sappiamo se hanno firmato il patto per il lavoro e nemmeno se sono aiutati. Ci auguriamo – ha concluso – che le politiche attive per il lavoro prendano il via, ma per ora la misura resta assistenzialista e introdotta in modo avventato”.   

Per Vittorio Reggiani (Pd), i Puc sono uno strumento “molto impegnativo per i Comuni ma importante. Si attua, infatti, nello spirito del prendersi cura di persone che, per varie ragioni, non riescono a inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro. Il lavoro previsto dai Puc risponde, quindi, non solo a una domanda di sostentamento ma anche di riconoscimento della dignità delle persone e, per questo, deve essere socialmente utile non tanto per la città ma per le stesse persone che lo esercitano, che si trovano inserite in un contesto accogliente che cerca di comprendere le loro difficoltà e di formarle, generando una situazione di inclusione civile”. Tommaso Fasano ha osservato che “con il reddito di cittadinanza, per la prima volta, si è deciso di impegnare una quantità di risorse molto rilevante nella lotta alla povertà, e questo è un punto dal quale non tornare indietro anche se la norma ha avuto problemi di applicazione e di risultati. Ma – ha aggiunto – quando le persone hanno bisogno devono essere assistite, e questo non c’entra con le politiche del lavoro”.

Anche Paola Aime (Verdi) ha affermato che il Puc “riesce a riportare dignità ed equità, e mette in relazione tanti bisogni diversi”.

Per il M5s, Giovanni Silingardi ha ribadito “la sacrosanta giustezza del reddito di cittadinanza e soprattutto dei Puc”. Nel periodo della pandemia, il reddito “ha svolto una funzione essenziale di sostegno per tante famiglie consentendo di fronteggiare l’emergenza e dando dignità e speranza. È una misura che dà anche una risposta alla disuguaglianza in crescita da anni e che dopo la sua introduzione ha cominciato a calare”.

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