15/11/2022

“L’EDUCAZIONE AFFETTIVA ENTRI NEI PTOF SCOLASTICI”, NO A ODG

“La richiesta non rispetta l’autonomia delle scuole”. Così il Consiglio comunale ha respinto la mozione del consigliere Baldini (Gruppo indipendente per Modena)

È stato respinto dal Consiglio comunale di Modena, riaffermando l’autonomia scolastica e degli organi partecipativi, l’ordine del giorno proposto nella seduta di giovedì 10 novembre dal consigliere Antonio Baldini (Gruppo indipendente per Modena) che conteneva un invito a dare “la massima trasparenza ai contenuti dei percorsi di educazione affettiva e sessuale che il Comune di Modena, in collaborazione con altri enti, promuove nelle scuole di ogni ordine e grado”. Il documento chiedeva di verificare che, pur nel rispetto dell’autonomia didattica, i percorsi siano inseriti nei Piani triennali dell’offerta formativa (Ptof) dei singoli istituti scolastici e approvati dai Consigli d’istituto. Invitava, inoltre, l’amministrazione a darne una “comunicazione mirata ai genitori per raccogliere il loro consenso informato sul contenuto specifico di ogni singolo percorso”, e a verificare anche che la partecipazione dei ragazzi a percorsi, progetti e iniziative sia facoltativa.

L’ordine del giorno era sottoscritto anche da Fratelli d’Italia, Lega Modena, Alternativa popolare, Forza Italia, Modena sociale ed è stato respinto con il voto contrario di Pd e Sinistra per Modena, mentre il Movimento 5 stelle si è astenuto.

Partendo dal presupposto che l’Italia è tra i pochi Stati europei a non avere un programma nazionale unico e ben definito di educazione all’affettività e alla sessualità, l’ordine del giorno sottolineava che “il ministero dell’Istruzione ha evidenziato a più riprese il ruolo importante della libertà di scelta educativa della famiglia, che decide il piano delle attività da far frequentare ai propri figli”, rilevando che “alla luce del quadro normativo attuale, il tema dell’educazione all’emotività, affettività e sessualità appare quanto mai delicato e controverso poiché coinvolge la sfera intima dei minori in età scolare e le scelte educative delle loro famiglie”.

Nel dibattito, il gruppo Pd (per il quale sono intervenuti il capogruppo Antonio Carpentieri, Alberto Bignardi, Vittorio Reggiani, Federica Venturelli, Federica Di Padova, Vincenza Carriero) ha motivato il voto contrario riaffermando l’autonomia scolastica e degli organi partecipativi interni agli istituti, “che decidono liberamente se aderire ai progetti promossi dal Comune o da altri”, e sottolineando che l’ordine del giorno chiede all’amministrazione “verifiche e interventi che non rientrano nelle sue competenze”. I consiglieri hanno ricordato, inoltre, che i Piani dell’offerta formativa “sono già pubblici e trasparenti” e che è già previsto che la partecipazione sia facoltativa.

Per Sinistra per Modena, Vincenzo Walter Stella ha affermato che “contrariamente a quanto lascia intendere la mozione, le famiglie vengono adeguatamente informate e coinvolte nei progetti. Semmai, il problema è la scarsa partecipazione dei genitori”.

Enrica Manenti (M5s) ha richiamato la proposta di legge del Movimento, ferma in Parlamento, che risponde alle richieste dei ragazzi di ricevere un’educazione all’affettività e alla sessualità “attraverso una formazione fatta da professionisti in sintonia con i genitori”.

Secondo Giovanni Bertoldi (Lega Modena) “spesso a scuola i ragazzi subiscono lavaggi del cervello ideologici. I genitori devono essere liberi di scegliere se accogliere certi tipi di iniziative che si svolgono al di fuori del curriculum obbligatorio”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha affermato che le scuole “dovrebbero organizzare incontri per spiegare in maniera chiara ai genitori i Piani dell’offerta formativa perché questi piani incidono sulle scelte educative. La mozione chiede maggiore trasparenza per rendere i genitori consapevoli dei contenuti che vengono trasmessi ai loro figli perché la responsabilità educativa è dei genitori”.

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