21/03/2022

“CO-PROGETTAZIONE NELL’ACCOGLIENZA FAMILIARE”, OK A ODG

Approvata la mozione presentata da Reggiani (Pd) che invita l’Amministrazione “a sviluppare il Protocollo d’intesa per la realizzazione di strategie di rete”

Coinvolgere maggiormente le associazioni delle famiglie nei percorsi di affidamento dei minori, migliorando le azioni di co-progettazione previste dal Protocollo d’intesa per la realizzazione di strategie di rete per l’accoglienza familiare. È l’invito che rivolge all’Amministrazione l’ordine del giorno presentato dal Pd, a prima firma del consigliere Vittorio Reggiani, approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 17 marzo anche col voto degli altri gruppi di maggioranza (Sinistra per Modena, Modena civica ed Europa verde – Verde) e del Movimento 5 stelle. Astenuti gli altri gruppi di minoranza (Lega Modena, Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Forza Italia e Modena sociale).

Presentando in aula il documento, il consigliere Reggiani ha citato un’indagine effettuata nel territorio provinciale modenese secondo cui famiglie affidatarie sono “scarsamente coinvolte” nei progetti di accoglienza. Una condivisione delle strategie è quindi funzionale a migliorare i processi anche tenuto conto “degli attacchi ai Servizi Sociali e alle famiglie affidatarie”, che stanno avendo “ricadute negative sulle disponibilità e sulle relazioni con le famiglie e sui progetti di accoglienza”.

Su questi temi, infatti, le associazioni dei nuclei affidatari hanno chiesto ai Comuni modenesi di costruire “percorsi comuni fra enti locali, associazioni e reti di famiglie, in modo che divengano una prassi di lavoro e una modalità di relazione costitutiva dei percorsi di affido, coinvolgendo tutti i soggetti interessati”, come previsto anche da una direttiva regionale richiamata nel documento.

La mozione, dunque, sottolinea l’apertura del Comune di Modena, sfociata lo scorso dicembre nella firma del Protocollo d’intesa per la realizzazione di strategie di rete per l’accoglienza familiare, in cui si specifica che il Servizio sociale collaborerà con le associazioni delle famiglie affidatarie “per lo sviluppo di una cultura dell’accoglienza e la realizzazione di progetti, anche a favore dei diritti dei bambini”. A questo proposito il Centro per le famiglie potrà rappresentare una piattaforma per “un lavoro di rete”, come previsto pure da Prendiamoci cura, le Linee di indirizzo per il welfare 2021 - 2024 approvate l’anno scorso dal Consiglio comunale.

L’ordine del giorno, quindi, domanda di dare concretezza al Protocollo, rendendolo “uno strumento efficace di co-progettazione e co-programmazione, anche grazie alle modalità suggerite dalle associazioni e in collaborazione con Ausl, Tribunale dei minori e soggetti affidatari, e di risposta a eventuali devianze che dovessero emergere”. Sollecitando un periodico consuntivo delle attività, la mozione invita poi, più in generale, a promuovere l’accoglienza familiare e a supportare le fragilità “pure attraverso il volontariato e, in parallelo, individuando modalità operative di coordinamento tra enti locali a livello provinciale, in maniera da rendere omogenea la politica dell’accoglienza nel modenese”. Il documento, inoltre, chiede maggiore coinvolgimento delle famiglie nell’ambito dell’attività istruttoria avviata del Tribunale dei minori, “condividendo informazioni, procedure e contatti” che l’Amministrazione sviluppa con l’organo giudiziario.

L’Assemblea, inoltre, ha respinto due emendamenti proposti dalla consigliera Elisa Rossini di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, che domandavano di includere nella definizione dei percorsi di accoglienza anche le famiglie d’origine dei minori e di evitare il richiamo “all’attenzione mediatica” sul tema, a seguito delle inchieste giudiziarie, come elemento alla base della trasparenza da garantire in Consiglio comunale sull’attività svolta sul territorio.

Aprendo il dibattito per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha auspicato l’arrivo della nuova legge nazionale sul tema degli affidi e servizi sociali, permettendo di migliorare situazioni come “l’attuale inappellabilità di sentenze provvisorie”. Il consigliere ha sottolineato anche “l’importanza della stabilità contrattuale degli assistenti sociali, per assicurare continuità progettuale”, tutelando al contempo “le condizioni familiari”.

Antonio Carpentieri (Pd) ha sottolineato il valore delle famiglie accoglienti “che dimostrano enorme generosità” e ha spiegato che la mozione “si concentra sulle fragilità e sulle modalità di accoglienza che coinvolgono le famiglie, non sulle specifiche tipologie di famiglia”.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha definito “rischioso e strumentale” il riferimento, incluso nell’ordine del giorno, all’inchiesta giudiziaria: “Sarebbe stato opportuno evitare il riferimento alla vicenda in Tribunale, è meglio limitarsi agli obiettivi indicati dal documento”.

Paola Aime (Europa verde – Verdi) si è concentrata sul tema economico: “È necessario investire le opportune risorse per evitare ‘sfilacciamenti’ legati agli avvicendamenti degli assistenti sociali”. Più in generale occorre “una ristrutturazione dei percorsi lavorativi, anche dal punto di vista della formazione, e dei servizi”.

Per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) il riferimento, nel testo della mozione, alle inchieste giudiziarie “appare come una volontà del sistema degli affidi di ‘chiudersi’ e ‘difendersi’. Mentre invece il valore dei percorsi di accoglienza, riconosciuto da tutti”, può trarre beneficio da indagini di polizia che, facendo emergere criticità, “permettano di migliorare le attività”.

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