18/03/2022

SICUREZZE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione proposta da Katia Parisi (Modena civica)

Aprendo il dibattito dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Barbara Moretti (Lega Modena) ha affermato che Modena “ha un problema di sicurezza diventato strutturale, in particolare a causa dei furti in appartamento che colpiscono le famiglie. Il dato è aggravato dall’incapacità politica di affrontare il problema, come quello dell’immigrazione che da sempre è legato al tema della sicurezza. Non si tratta di pregiudizi, ma di numeri che le amministrazioni di sinistra non hanno mai voluto affrontare, lasciando tante aree in preda all’insicurezza. Non basta una telecamera per sentirsi più sicuri: il problema è politico e se non si risolve questo è inutile parlare di rinforzi o di potenziamento della videosorveglianza”.

Dopo aver rilevato che all’interno della stessa maggioranza, le statistiche e le classifiche sono interpretate diversamente, Antoni Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha rimarcato che “i dati dei reati sono in crescita. Le soluzioni, che da tempo abbiamo suggerito, sono intensificare i presidi mobili di polizia e i servizi in borghese, oltre a rendere operativo il posto integrato di polizia. Il controllo di vicinato crea coesione tra i cittadini, ma è insufficiente per prevenire i reati. È vero – ha aggiunto – che l’azione di prevenzione spetta prioritariamente allo Stato ma è anche vero che l’azione dell’ente locale può diventare più incisiva, viceversa non si capisce a cosa servano il Patto per Modena città sicura e i tavoli integrati”.

La capogruppo Elisa Rossini, affermando che “nel carcere di Sant’Anna c’è una forte presenza di stranieri”, ha sostenuto che questo dato “dovrebbe portare a una riflessione, non per alimentare un pregiudizio o un’avversione sociale verso queste persone, ma per osservare la realtà e non rischiare di sottovalutare i problemi, come è stato fatto per le baby gang. Se il carcere è pieno di stranieri, significa che forse a Modena abbiamo un problema di integrazione, anche degli immigrati di seconda e terza generazione: e se è così, è quello il problema che va affrontato. Non è questione di razzismo, ma di osservare la realtà per come è e trovare le soluzioni”.

Antonio Carpentieri (Pd) ha osservato che “l’andamento dei reati negli ultimi anni ha fatto emergere fattispecie preoccupanti, tra le quali i furti. Va però sottolineato che, come dimostrano le indagini, questi reati vengono commessi da organizzazioni criminali che non risiedono a Modena, ma si organizzano per mettere a segno più colpi in una stessa zona. Organizzazioni composte da italiani e stranieri in ugual misura, e questo con l’immigrazione non c’entra nulla”. Il consigliere ha quindi ribadito che garantire la sicurezza “è un compito che spetta allo Stato. Il Patto per Modena sicura ha portato qui i rappresentanti dello Stato e ha fatto sì che le diverse forze dell’ordine collaborino tra loro, cosa non scontata”. 

“Se noi consideriamo sempre straniere le persone di origine diversa ma che sono nate e vivono a Modena – ha detto Vittorio Reggiani – è evidente che abbiamo un problema di inclusione. Se proponiamo leggi per le quali essere clandestino è un reato, individuiamo il problema in ciò che le persone sono non in quello che fanno. Se sui giornali sottolineiamo l’origine di chi ha commesso un reato solo quando è straniero, abbiamo un problema di inclusione. Ogni atto criminale è odioso, ma chiederci perché certi fatti avvengono ci aiuta a fare prevenzione”.

In replica, la consigliera Parisi ha ribadito l’importanza di tenere alta l’attenzione sulla sicurezza, “un tema che deve riguardare tutto il Consiglio, senza distinzioni politiche. I cittadini chiedono con insistenza delle risposte, dobbiamo essere più incisivi e favorire politiche che prevengano fenomeni di marginalizzazione. Ci sono zone più soggette di altre alla criminalità, e qui dobbiamo concentrare la nostra azione, anche per dimostrare che l’Amministrazione c’è”.

 

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