22/09/2022

ALBINELLI/2 – COME È AVVENUTO IL RESTAURO CONSERVATIVO

Per la fontana in travertino romano utilizzato lo stesso materiale impiegato per la Fontana di Trevi. Rimosse resine e incrostazioni di calcare sul manufatto e sui banchi del pesce

È a base di polvere di travertino romano il materiale utilizzato per restaurare la fontana al centro del Mercato Albinelli, lo stesso utilizzato per la Fontana di Trevi e per la Fontana della Barcaccia in piazza di Spagna a Roma.

A garanzia di un restauro coerente con il manufatto esistente, infatti, i restauratori, qualificati per intervenire sulle superfici lapidee, hanno scelto questo materiale di nicchia, utilizzato solo per i restauri scientifico-conservativi più elevati, estremamente compatibile in quanto costituito dalla polvere dello stesso marmo di cui è fatta la fontana, appunto il travertino romano. E, per garantire uniformità di colore al manufatto, che in alcuni punti risultava con sfumature grigiastre o marroncine, laddove necessario è stato miscelato con pigmenti puri.

In particolare, se la statua in bronzo collocata sulla fontana che ritrae la “Fanciulla con canestro di fiori”, non presentava degradi significativi ed è stata oggetto di una pulitura superficiale dallo sporco, il manufatto lapideo, così come i banchi del pesce, sono stati oggetto di un restauro avvenuto in più fasi operative. Tutti gli elementi sono stati interessati da lavori di pulitura, con l’eliminazione di depositi attraverso impacchi con prodotti ad adeguata diluizione, l’utilizzo di spazzolini specifici, bisturi, spugne, e spruzzatori manuali, con l’ausilio di getto di vapore a caldo, ripetuti più volte dove lo sporco era più ostinato. È stato inoltre effettuato un trattamento biocida contro funghi, batteri e alghe. I lavori hanno riguardato poi il consolidamento localizzato di eventuali frammenti distaccati o pericolanti e la verifica della stabilità strutturale degli elementi, oltre al risanamento delle lacune e alla stuccatura di fessurazioni, lesioni e fughe. È infine stato steso un prodotto protettivo. Gli elementi metallici incongrui sono stati rimossi, mentre quelli da mantenere sono stati restaurati e ricollocati nelle sedi originarie.

La fontana, in particolare, aveva problematiche legate al catino della vasca, dove erano presenti resine utilizzate in interventi precedenti per evitare la fuoriuscita di acqua che si erano alterate e cristallizzate sulla superficie porosa del marmo travertino. Dopo la rimozione, all’interno delle vasche, attraverso i getti di vapore, è stato applicato un prodotto che crea una barriera idrorepellente ma allo stesso tempo traspirante.

La pulizia dei banchi dell’ex pescheria ha invece riguardato soprattutto la rimozione degli strati calcarei frutto dell’utilizzo quotidiano del ghiaccio necessario per conservare il pesce. In questo caso, l’intervento ha previsto l’utilizzo di compresse di carta con idonei solventi e la rimozione meccanica con getti di vapore: operazioni ripetute più volte per rimuovere le incrostazioni senza danneggiare il manufatto originale. I banchi sono successivamente stati oggetto di stuccature, con materiale a base di polvere di marmo anch’esso miscelato con pigmenti puri, e di un monitoraggio strutturale in quanto alcune vasche risultavano instabili.

 

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