21/01/2023

“ATTIVARE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI”, OK A DUE ODG

Approvate in Consiglio le mozioni presentate da Aime (Europa verde – Verdi) e Giordani (M5s) che invitano a proseguire sul fotovoltaico e a intercettare incentivi pubblici

Promuovere comunità energetiche rinnovabili, anche nell’edilizia residenziale sociale, proseguendo sull’installazione di impianti fotovoltaici e intercettando, contestualmente, contributi a fondo perduto, come quelli regionali, per incentivare forme di consumo energetico sostenibile. Sono i principali inviti rivolti all’Amministrazione da due ordini del giorno sulla creazione di comunità energetiche rinnovabili a Modena, ovvero gruppi di persone fisiche, imprese, enti territoriali o del terzo settore che decidono di agire collettivamente per produrre, scambiare e accumulare energia a impatto zero attraverso impianti di energia rinnovabile. I documenti dei gruppi Europa verde – Verdi e Movimento 5 stelle sono stati illustrati nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 19 gennaio e approvati col voto a favore anche di Partito democratico, Sinistra per Modena, Modena civica, Lega Modena e Gruppo indipendente per Modena; astenuti Forza Italia, Fratelli d’Italia e la consigliera di Lega Modena Luigia Santoro. Assenti Alternativa popolare e Modena sociale.

L’ordine del giorno presentato da Paola Aime (Europa Verde-Verdi), “che valorizza le comunità energetiche come opportunità collettiva di lotta ai cambiamenti climatici”, mette l’accento, in particolare, sui benefici economici di questa scelta. Il riferimento è in particolare alla legge regionale “che prevede erogazione di contributi a sostegno della progettazione e della costituzione di comunità a partire dall’acquisto e dall’installazione di impianti di produzione e accumulo”. La consigliera ha evidenziato, inoltre, il valore riconosciuto dalla legge agli enti locali, sia come membri di comunità energetiche “destinate in questo caso a maggiori contributi” sia come soggetti in grado di “agevolare l’installazione, in edifici pubblici o terreni non agricoli, di impianti agganciati a forme di autoconsumo collettivo”. A questo proposito, la consigliera Aime ha ricordato come il Comune, in sinergia con l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (Aess), nell’ambito delle azioni previste dal Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc), abbia già avviato “un percorso di studi di fattibilità e verifiche sull’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici di edilizia residenziale pubblica e di edilizia residenziale sociale”. La consigliera ha auspicato, quindi, un “rafforzamento” della struttura dell’assessorato all’Ambiente, utile anche per la presenza dell’Amministrazione nei tavoli attivati dalla Regione sul tema della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Anche Andrea Giordani, illustrando il documento del Movimento 5 stelle, ha chiesto di proseguire il lavoro di promozione e diffusione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo nel territorio “attraverso la mappatura di impianti fotovoltaici già esistenti, di proprietà comunale o installati su suolo pubblico, prevedendone l’installazione di nuovi”. Il consigliere, che invita “a valutare, in accordo con la Regione e l’Azienda casa Emilia-Romagna (Acer), l’utilizzo di comunità energetiche anche per contrastare la povertà energetica negli immobili di edilizia sociale”, ha poi rivolto un invito a prospettare la creazione di un progetto di comunità energetica in grado di coinvolgere l'Amministrazione comunale “per ridurre l’impatto ambientale dell’Ente locale”, includendo anche la possibilità di raccogliere l’interesse di stakeholder pubblici e privati interessati a questa modalità di fruizione dell’energia. Il consigliere Giordani ha, infine, auspicato la creazione di una pagina all’interno del sito internet del Comune in cui inserire tutte le informazioni utili sulle comunità energetiche.

Aprendo il dibattito per il Pd, Ilaria Franchini ha spiegato che le comunità energetiche danno “una risposta concreta non solo per l’impatto ambientale ma anche per affrontare il tema della povertà energetica, a beneficio quindi dell’intera comunità”, e ha auspicato l’attivazione in città di progetti-pilota, sostenuti grazie anche a finanziamenti pubblici, “come il progetto Unire” promosso dal Comune e da Porta Aperta e da realizzare nel Quartiere 2. Per sviluppare questi progetti “è fondamentale il ruolo degli enti pubblici – ha aggiunto Alberto Bignardi – sia sul fronte dell’incentivo economico sia per la diffusione delle competenze tecniche che devono essere necessariamente acquisite dai privati”. La finalità deve essere quella di “forzare il mercato, disincentivando i privati nell’attivazione di singoli impianti a favore, invece, della costituzione di comunità energetiche”. Diego Lenzini ha sottolineato che “attraverso le comunità energetiche si affrontano i temi della povertà energetica e delle sfide ambientali mettendo a sistema diverse tipologie di contributi”. Ricordando la complessità della sfida, il consigliere ha precisato che le comunità energetiche rappresentano un importante strumento “per coprire la platea di necessità necessarie per sviluppare la transizione energetica”.

“Per gli Enti locali si tratta di un’opportunità da cogliere per farsi promotori di progetti con elevato spessore sociale, oltre che economico e ambientale”, ha affermato Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena). Sottolineando l’importanza di “continuare il percorso fatto fino a oggi”, il consigliere ha parlato degli impianti energivori ma di grande valore per la comunità, “come per esempio le polisportive: sono attualmente strutture, per lo più di proprietà comunale, che ben si possono prestare per essere inserite nei circuiti delle comunità energetiche”.

Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha messo l’accento sulle ricadute in termini di socialità che deriverebbe dall’attivazione delle comunità energetiche. “Dopo gli effetti causati dal Covid e dalla crisi economica – ha detto – è importante che i condomini siano sostenuti nel trovare accordi che vadano a beneficio a tutti. È una sfida, quindi, anche sociale che non possiamo perdere”.

Annunciando il voto di astensione alle mozioni, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha premesso che “il tema è certamente interessante”, precisando però che “mancano ancora i provvedimenti normativi che permetterebbero di dare attuazione ai progetti”. Nel frattempo, comunque, “è utile che gli enti locali spronino le autorità amministrative e il Governo”.

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