24/11/2023

QUARTIERI / 4 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri comunali prima dell’approvazione del nuovo Regolamento

Aprendo il dibattito per il Pd, Antonio Carpentieri ha parlato del Regolamento come frutto di un percorso ma anche di una “vocazione” appartenente alla storia di Modena “in cui i cittadini sono coinvolti nella cosa pubblica”. In particolare, il capogruppo ha specificato che “nonostante i limiti normativi, si salvaguarda l’esperienza della partecipazione su base territoriale: i Quartieri possono contribuire ad amministrare la città, presentando proposte, progetti e suggerimenti che la Giunta è tenuta a esaminare”. Per Ilaria Franchini “i Quartieri costituiscono un ponte tra l’Amministrazione e la città, perché consentono di cogliere delle specificità del territorio”. La consigliera ha sottolineato che “tra i punti rilevanti del Regolamento c’è favorire l’aggregazione di gruppi di volontariato e associazioni come pure l’estensione della partecipazione a cittadini non nati a Modena ma residenti in città”. Franchini ha anche ricordato “l’importanza dell’abbassamento dell’età per accedere a un Consiglio di un Quartiere, che è esperienza di partecipazione concreta e possibilità di dare ai più giovani responsabilità e doveri”. Scegliendo anni fa di mantenere i Quartieri dopo l’introduzione della nuova normativa nazionale “venne salvato un importante strumento di partecipazione”, ha affermato Mara Bergonzoni che ha parlato dei Quartieri come “esperienza sana e di confronto tra i cittadini”. La consigliera ha poi risaltato l’esperienza del volontariato negli organismi territoriali: “Si parte da lì, è la base per costruire una passione politica e per sviluppare, appunto, la partecipazione territoriale”. Il nuovo Regolamento rappresenta, per Stefano Manicardi, “un importante passo avanti per la nostra comunità, per l’eredità lasciata ai modenesi che continuano a vivere in una città che crede in partecipazione, amministrazione condivisa e soprattutto democrazia”. La riforma ha permesso, infatti, “di aumentare la partecipazione, di renderla cioè sostanziale e non puramente formale, legandola a tante novità vere di azione concreta nella società”. Il documento, comunque, costituisce “solo una tappa, pur di grande valore, e non un traguardo nel lungo percorso dei Quartieri”, per un iter che si dovrà concretizzare anche “con un maggiore radicamento sul territorio con strutture e mezzi”. Insomma, per Manicardi si dovrà “continuare a ragionare insieme su questo importante strumento di democrazia, per migliorarlo ulteriormente e adeguarlo alle contingenze in continuo mutamento della nostra città”.

Paola Aime (Europa verde - Verdi), soffermandosi su alcuni articoli del Regolamento, ha evidenziato l’importanza di dotare i Quartieri di una sede attrezzata (“con persone reali con cui i cittadini possono parlare”) e di estendere la partecipazione a 16enni, anche stranieri (“un bella opportunità per mettersi al servizio della città”). La consigliera ha quindi parlato dei Quartieri come “luoghi da politicizzare il meno possibile” e dove vivere esperienze di condivisione anche nell’ambito della sicurezza.

Ricordando il contributo fornito da Modena civica alla compilazione del nuovo Regolamento, Katia Parisi ha sottolineato il valore “della partecipazione ‘dal basso’” da parte della comunità e ha annunciato che “solleciteremo fin da subito, dando piena collaborazione, l’assessorato ai Quartieri a promuovere forme di partecipazione all’interno dei Quartiere”. L’obiettivo è “far percepire ai consiglieri e presidenti di Quartiere, ma soprattutto ai cittadini, che con l’applicazione del nuovo Regolamento cambia l’approccio di coinvolgimento degli stessi alla vita amministrativa e politica della città”.

Per Sinistra per Modena, Vincenzo Walter Stella si è detto “moderatamente soddisfatto, poiché il documento, pur rappresentando un passo in avanti, non risolve un elemento fondamentale del concetto di democrazia partecipata: l’elezione diretta dei Consigli di Quartiere da parte dei cittadini”. Il consigliere ha parlato di “numerose sperimentazioni al riguardo in Italia, che permettono di restituire alle persone il ‘potere’ di partecipare direttamente alla costituzione dei Consigli di Quartiere. A Modena, invece, non si è voluto nemmeno provare ad approfondire il tema, che avrebbe contribuito a raggiungere la visione di una città più partecipata”. Marco Cugusi si è detto “non convinto di questo Regolamento, che vede uno scarso investimento sul fronte della partecipazione e un basso valore politico”. Per il consigliere occorreva puntare “sull’elezione diretta dei consiglieri di Quartiere, come hanno fatto altri Comuni”, applicando, per la scelta dall’Albo dei potenziali consiglieri, “la modalità del sorteggio anziché continuare a far decidere sempre alle formazioni politiche”. I Quartieri rappresentano “antenne sul territorio – ha affermato – e quindi l’Amministrazione comunale dovrebbe coinvolgerli maggiormente nelle scelte, soprattutto nell’ambito dei grandi progetti di rigenerazione del territorio”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia), annunciando innanzi tutto “il non voto per la questione legata alla richiesta di sospensiva della delibera”, ha espresso perplessità sulla possibilità concessa ai 16enni di iscriversi all’Albo da cui vengono scelti i consiglieri dei Quartieri. “Seppur utile per far avvicinare i giovani alla politica – ha spiegato – la scelta di estendere l’elettorato passivo ai 16enni rappresenta un errore giuridico. Si potrebbe verificare, infatti, il rischio di una disparità di applicazione della Legge Severino che a oggi regola la candidabilità o meno delle persone in Italia”.

Per Giovanni Bertoldi (Lega Modena), “pur rendendoci conto della necessaria riforma dei Quartieri, ridotti a un ruolo marginale, ribadiamo contrarietà sia alla destituzione, da parte del sindaco, dell’assessora Lucà Morandi sia alla nomina di Sagliano: una decisione frutto di un mero calcolo politico e che, anche a causa di dubbi sulla sua liceità, ci ha spinto a chiedere” la sospensiva. E in merito al Regolamento, il giudizio di Bertoldi “è negativo su alcuni punti, tra cui l’istituzione di un Albo dei potenziali consiglieri, cioè un ulteriore ‘impiccio’ burocratico; la modalità del sorteggio per la cooptazione degli osservatori senza diritto di voto; l’abbassamento del limite di età a 16 anni; la non indispensabilità del requisito di cittadinanza italiana per entrare a far parte del consesso di Quartiere”.

Per Giovanni Silingardi (M5s) il Regolamento necessita di un completamento: “Se la finalità è costruire un modello di partecipazione efficace, manca ancora qualche pezzo”. Il consigliere ha specificato, poi, che occorre ulteriormente “rafforzare” e rendere “sostanza” la partecipazione dei cittadini. Silingardi ha accolto positivamente la possibilità di favorire, tramite sorteggio, la partecipazione ai Consigli di quartiere anche a cittadini iscritti volontariamente nell’Albo apposito; e ha espresso apprezzamento per il coinvolgimento dei 16enni (“diventano protagonisti delle decisioni”) e per l’istituzione dell’Osservatorio per le sicurezze e la qualità del vivere (“un presidio di controllo anche in territori periferici”).

Intervenendo innanzi tutto sulla richiesta di sospensione della delibera, per Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) “l’assenza di trasparenza verso il Consiglio comunale sulla sostituzione di un’assessora rappresenta una violazione dei nostri diritti”. Ricordando poi “le criticità nel percorso che ha portato alla compilazione del documento e più in generale la scarsa attenzione alle proposte dei gruppi di minoranza”, la consigliera è entrata nel merito sul fronte dell’allargamento della partecipazione ai 16enni. “Concedere già a quell’età la possibilità di accedere ai Consigli di Quartiere non corrisponde obbligatoriamente a far acquisire consapevolezza: per i giovani sono necessari anche percorsi di responsabilizzazione che hanno un obiettivo”, come può essere appunto quello di impegnarsi per poter entrare nelle assemblee territoriali.

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