29/02/2024

EVENTO SU MARIUPOL / 2 – IL DIBATTITO

Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione presentata da Beatrice De Maio (Modena Sociale – Indipendenza!)

L’interrogazione sulla revoca della sala civica di via Viterbo all’associazione Russia Emilia-Romagna, presentata da Beatrice De Maio (Modena Sociale – Indipendenza!) alla quale ha risposto l’assessora a Quartieri e Partecipazione Carmen Sagliano, è stata trasformata in interpellanza.

Aprendo il dibattito, Antonio Carpentieri (Pd) ha precisato che “l’articolo 21 sulla libertà di pensiero, invocato dall’associazione, ha un perimetro, poiché la libertà di espressione non è infinita” soprattutto se si intende esercitarla in una sede di un ente pubblico. Il capogruppo ha infatti chiarito che l’iniziativa vedeva tra i relatori “soggetti quantomeno discutibili che nel tempo hanno detto cose chiare e gravi su guerra, democrazia e libertà: giusto quindi che la manifestazione di certe tesi, in un luogo pubblico, abbiano incontrato un limite nella Costituzione e nello Statuto comunale”.

“Siamo talmente immersi nei conflitti che siamo obbligati a prendere delle posizioni, a volte non proprio a favore della libertà dei cittadini” ha affermato Paola Aime (Europa Verde-Verdi) sostenendo che l’amministrazione comunale “in questo scenario distorto” non poteva agire diversamente: “Per l’attuale clima, infatti, la revoca della sala è stato un obbligo istituzionale”.

“Pur consapevole della necessità di equilibrio da parte dell’Amministrazione, le modalità di revoca non ci entusiasmano”, ha affermato Enrica Manenti (Movimento 5 stelle). La consigliera ha infatti parlato di “censura preventiva dovuta ai nomi dei relatori che crea un piccolo precedente”. Manenti ha quindi argomentato che chi parla pubblicamente deve potersi assumere la responsabilità di ciò che dice “e se si va contro le regole questo ha delle conseguenze”.

Anche De Maio, in replica, ha parlato di “grave precedente” sulle modalità di revoca: “Prima è stata data la concessione e poi è stata tolta, anche per pressioni internazionali, determinando peraltro uno sgarbo istituzionale nei confronti della rappresentanza consolare russa”. La consigliera ha dunque parlato dell’importanza di “non criminalizzare le idee ma di confutarle dialetticamente”, aggiungendo, infine, che “la libertà di espressione non può essere piegata al politicamente corretto e a visioni di parte”.

Intervenendo a conclusione del dibattito, l’assessora Sagliano ha ribadito le motivazioni della revoca affermando che “alla luce di contenuti e temi di cui siamo venuti a conoscenza, è surreale pensare, supporre o sostenere che ci potesse essere un’inerzia dell’amministrazione".

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