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“Cose mai viste” sono le oltre cento opere selezionate tra le numerose giunte in Museo dal 2021 al 2024 grazie alla generosità dei cittadini: dipinti, sculture, tessuti, gioielli, orologi, strumenti musicali, abiti, disegni, fumetti, burattini esposti in un itinerario che mette in evidenza lo stretto rapporto tra questi oggetti e le raccolte esposte in permanenza.

La mostra, curata da Stefano Bulgarelli e Cristina Stefani, inaugura sabato 30 novembre alle 17, nelle sale espositive al terzo piano di Palazzo dei Musei, e sarà visitabile fino al 9 febbraio, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; sabato, domenica e festivi con orario continuato dalle 10 alle 19. L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto del Museo Civico.

Il Museo custodisce le opere e le storie di artisti, collezionisti e famiglie, testimoniando un rapporto di fiducia che, dal 1871, invita i cittadini ad arricchire le raccolte tramite donazioni. Da allora a oggi si contano oltre 1600 donatori, una partecipazione corale che consegna alla memoria collettiva un Museo vivo e inclusivo.

Nelle vetrine, pensate per essere riutilizzate nelle prossime edizioni di questa iniziativa, le opere sono accompagnate da brevi testi che illustrano il significato del dono con testimonianze di esaltanti avventure collezionistiche, di fortuiti ritrovamenti, di piccoli e grandi tesori familiari ma anche di artisti e imprenditori che hanno contribuito a rendere unica la città.

Il percorso espositivo, segnalato dal colore giallo, si snoda attraverso le sale del Museo. A questo si intreccia quello pensato per coinvolgere i più giovani a cura di Elena Grazia Fè, con il pieghevole dedicato ai bambini, per osservare, scoprire e giocare insieme.

Tra i tanti doni spiccano alcuni nuclei o singole opere che meritano una menzione particolare, per la loro consistenza o per la motivazione e il significato culturale che li accompagnano, ad alcuni dei quali il Museo dedicherà iniziative dedicate, una volta conclusa la fase di studio delle opere. Con il lascito Piero Guerzoni, il Museo acquisisce un prezioso patrimonio iconografico di ambito estense e austro-estense, di cui per l’occasione si espongono il ritratto e il modello di monumento equestre di Francesco III, e i busti di Francesco IV e di Francesco V, figura chiave il primo per la riqualificazione dell’area in cui sorge il Palazzo dei Musei, gli altri della fase ottocentesca della città che fortemente connota le raccolte museali.

La veduta della Palazzina dei Giardini ducali segna l’arrivo della quarta generazione di opere provenienti dalla famiglia Campori, una consuetudine avviata da Giuseppe negli anni Ottanta dell’Ottocento, proseguita nel Novecento con il dono della Galleria da parte di Matteo e i recenti doni dei suoi nipoti e pronipoti. Da Giuseppe provengono altre vedute della stessa serie, una delle quali esposta nella sala che ospita la raccolta di ceramiche.

Gli oggetti esposti in diverse sale e connotati dalla sigla GMG - orologi, gioielli, merletti, oggetti orientali, dipinti e tessuti - provengono da un unico donatore che li ha lasciati al Museo, ricordando la moglie conosciuta nelle sue sale e con la quale ha coltivato la passione collezionistica di una vita.

Il lascito Alfonso Garuti dedicato all’attività di ricamatrice della madre e la donazione del Fai di Modena di un nucleo di attrezzature per la produzione di tessuti e merletti provenienti dal soppresso convento delle Domenicane testimoniano quanto il museo sia percepito come centro di documentazione e ricerca in ambito tessile.

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Ultimo aggiornamento: 03-04-2025, 17:04