Bioarcheologia, isotopi e Dna antico

Le Terramare costituiscono il primo e più significativo campo di ricerca della preistoria italiana, un terreno che ha visto nascere, già nell’Ottocento, gli studi archeologici di impianto scientifico. Oltre a rappresentare la più importante collezione del Museo Civico di Modena, questo straordinario complesso di testimonianze dell’età del bronzo mantiene ancora oggi un ruolo centrale nel panorama europeo, grazie alla ricchezza e alla varietà dei dati archeologici conservati.

Proprio questa abbondanza di informazioni ha permesso, nel tempo, di applicare agli studi sulle Terramare un approccio fortemente interdisciplinare, capace di mettere in dialogo scienze umane e scienze naturali. Le più recenti indagini, basate su analisi isotopiche condotte in larga parte presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e su ricerche di DNA antico, stanno offrendo nuove e preziose chiavi di lettura. I risultati hanno ampliato in modo significativo la conoscenza delle comunità terramaricole, restituendo un quadro più articolato delle loro origini, dei loro movimenti e del loro funzionamento sociale.

A discuterne saranno due autorevoli studiosi:

• Andrea Cardarelli, Sapienza Università di Roma, membro dell’Accademia dei Lincei e Presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria;

• Claudio Cavazzuti, professore associato all’Università di Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà, e ricercatore associato CNR–ISPC.

Per saperne di più

ore 16.30

ingresso libero