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Struttura dell'Atlante

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La versione web dell’Atlante delle architetture del Novecento si articola in due sezioni: una dedicata alle architetture civili e allo spazio pubblico e una seconda che presenta architetture del lavoro e della produzione. Le schede che formano l'atlante sono raccolte in gruppi tematici al solo scopo di facilitarne la consultazione, riprendendo fedelmente l'organizzazione editoriale adottata per i volumi dai quali gli atlanti consultabili dal menù sono tratti:  Città e architetture. Il Novecento a Modena" (2012), con 101 schede e Città e architetture industriali. Il Novecento a Modena” (2015) con 54 edifici schedati e due macro-schede sui villaggi artigiani modenesi e la Ferari di Maranello. Gli atlanti con le schede degli edifici e degli spazi urbani sono parte integrante del progetto culturale sulla formazione della città nel Novecento. Il percorso di ricerca e documentazione sulla residenza e la città pubblica, tradotto nel primo volume del 2012 che contiene il relativo atlante, è stato completato con la realizzazione dell'atlante delle architetture industriali pubblicato con il successivo volume nel 2015 ed è proseguito con la pubblicazione, solo on line, di nuove schede accessibili dal menù di questa sezione del sito web.

Il metodo

La schedatura che compone gli atlanti, ovvero le due sezioni in cui si articola l'Atlante delle architetture del '900 è stata condotta secondo criteri coerenti con le linee seguite per la ricerca storica: non si è, infatti, cercato di costruire un catalogo di architetture, ma di raccontare la storia recente della città, illustrandola attraverso edifici e spazi urbani ritenuti esemplari. Una storia urbana, delle forme fisiche della città contemporanea, esito di complesse vicende che hanno visto i cittadini modenesi protagonisti, non solo su scala locale, della difficile conquista della democrazia e dei diritti di cittadinanza, che gli edifici e gli spazi di seguito descritti in vario modo rappresentano. Diritti che, nel prendere forma nelle strutture che ne rendono possibile il godimento, hanno nel tempo segnato il tessuto urbano con edifici destinati a garantire il diritto all’istruzione e alla conoscenza, alla casa, all’assistenza, alla salute, al lavoro, alla partecipazione. Progetti ed edifici che hanno assunto, con vari esiti, i linguaggi architettonici e tipologici del tempo, proposti da autori diversi, afferenti a studi privati o a uffici pubblici.

Pur nella limitata produzione “autoriale”, Modena ha attraversato da protagonista il Novecento, e in particolare la seconda parte del secolo, proponendo strumenti innovativi per la trasformazione e lo sviluppo urbano e incrociando movimenti e culture urbanistiche e architettoniche, nazionali e internazionali, variamente interpretate, oggi ancora ben presenti e individuabili. Attraverso la varietà tematica delle opere realizzate e la scelta di non presentare le sole poche architetture “eccellenti“, si propone una chiave di lettura dei complessi percorsi della formazione della città contemporanea e del suo paesaggio urbano. Il lavoro è rivolto a specialisti e alla comunità di cittadini attenti, in coerenza con la funzione di servizio propria del soggetto pubblico che ha ideato e condotto il progetto. Pur in presenza di altre pubblicazioni di grande pregio, che sono state importante punto di riferimento per la ricerca e la redazione dell'Atlante, l'approccio storiografico e di metodo assunti nel progetto si caratterizzano per la scansione temporale relativa all'intero Novecento e per la formazione di una storia urbana del secolo scorso.

L’organizzazione della città in quartieri, esplicitamente adottata dagli anni Sessanta, caratterizza gran parte del suo profilo urbanistico e culturale, anche se oggi forse meno percepito e qui lasciato implicito nella descrizione delle opere. Le schede indicano essenziali dati identificativi dell’opera e le fonti documentali, con un commento storico-architettonico, immagini d’epoca, del progetto e dello stato di fatto attuale. Una mappa interattiva tematica accessibile dal menù permette di localizzare le opere.

Le schede recano l'indirizzo secondo lo stradario attuale, l'anno di progettazione o, ove ignoto, quello di costruzione e il nome del progettista.