BUGATTI AUTOMOBILI

largo E. Bugatti, Campogalliano

1988

Gianpaolo Benedini

La breve esperienza produttiva della Bugatti a Campogalliano si deve all’imprenditore Romano Artioli, originario di Moglia (MN). Cresciuto a Bolzano, diventa presto uno dei principali operatori del settore vendita e assistenza di auto della regione, dedicandosi alla preparazione di vetture di serie per la competizione. Nel 1987 rileva dal Governo Francese i diritti del marchio Bugatti, la famosa marca francese di auto sportive fondata nel 1909 dall’italiano Ettore Bugatti a Molsheim. Interrotta la produzione nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dopo vari tentativi di ripresa, nel 1963 viene ceduta. Nel 1988 inizia la costruzione del complesso produttivo di Campogalliano, completata nel 1990, su progetto di Gianpaolo Benedini. Un anno dopo nasce la EB 110, 12 cilindri e 4 ruote motrici, interamente realizzata nel nuovo stabilimento. Il progettista è l’ingegnere bolognese Paolo Stanzani, che vanta una straordinaria esperienza nelle auto sportive, essendo parte del giovane team di tecnici, protagonisti dall’inizio dell’impresa Lamborghini. Lo studio Benedini, dal 2009 Benedini & Partners, dal 1972 attivo nel campo del design industriale, sviluppa una elevata diversificazione degli ambiti di progettazione.

Assonometria di progetto del complesso. (Studio Benedini & Partners)

Con il complesso Bugatti si afferma nell’architettura industriale, occupandosi della sede della casa motociclistica Aprilia, della ristrutturazione di parte della fabbrica Moto Guzzi e a Norwich della Lotus. Il complesso esteso su oltre 71.000 mq, articolato in diversi corpi di fabbrica, si compone di padiglioni diversi realizzati con strutture prefabbricate, ipotizzando un layout di massimo sviluppo, ospitava al proprio interno un percorso per i test delle autovetture.

Vista particolare degli shed verticali. (Foto V. Bulgarelli)

Un primo edificio in calcestruzzo armato e rivestito con pannelli di lamiera d’acciaio decarburato, smaltati ad alta temperatura con il colore blu Bugatti, era destinato allo sviluppo dei motori. Subito dopo furono realizzati gli uffici in due corpi e il settore produttivo costruito con componenti metalliche, adatte a vincolare facilmente gli impianti: le coperture furono definite in lamiera d’acciaio e i tamponamenti furono prefabbricati in cls. La richiesta della committenza di una soluzione architettonica luminosa fu risolta facendo girare anche sulle pareti gli shed, normalmente impiegati solo alla sommità dell’edificio. Lo stesso tipo di costruzione fu scelto per la mensa aziendale.

 

Fonti archivistiche e bibliografiche

Studio Benedini & Partners.

 

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