Garage Ferrari

viale Trento Trieste 33

1920-1929
Umberto Boni

1932-1933
Remigio Casolari

1940-1941

1989-1992 (piano di recupero)
Filippo Fantoni

 

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Figura 1 - Planimetria dell’area nel 1942. (ASue Modena)

Nel 1929 il Garage Italia cambia denominazione in Garage Alfa Romeo - Scuderia Ferrari. Da qui Enzo Ferrari conduce la sua attività di rappresentante per l’Emilia-Romagna e le Marche e direttore del reparto corse, della casa automobilistica milanese, attività prima svolta nell’Auto - Garage Gatti in Via Emilia Est 5.
Nel 1929 la nuova società interviene sul fabbricato, realizzato dal sig. Tonino Caiti nel 1920, maggiorando le aperture delle finestre. Il piano terra, destinato a salone e officina per il montaggio e lo smontaggio, per un totale di 35 metri di lunghezza, presenta un bugnato che unifica le tre grandi aperture su strada. Il piano superiore, ugualmente tripartito da finestre poste in asse con quelle sottostanti e destinato ad abitazione
con camera, soggiorno, cucina e bagno, è attraversato da una fascia orizzontale che introduce un elemento di suddivisione non corrispondente alla reale ripartizione dei piani; il coronamento inquadra la scritta centrale “Garage” mai realizzata. Il tutto conferisce all’edificio uno “stile dell’ingegneria”, usuale all’epoca, in cui gli aspetti funzionali e la razionalizzazione dei sistemi costruttivi, per lo più in cemento armato, dettano le ragioni compositive, ingentilite da vaghi motivi liberty, visibili nelle ringhiere delle finestre, nei profili sinuosi delle cornici e della forma delle finestre e nelle terminazioni laterali delle cornici del coronamento.

In seguito, importanti interventi nell’area, su progetti del geometra Umberto Boni, vengono realizzati dai fratelli Resta, i quali edificano, dal 1925 al 1928, una palazzina, che su progetto dell’ingegner Ferrari, viene adibita a rimessa camion e laboratorio gomme (adiacente al lato sud-est del garage quasi a ridosso del garage Solmi) e altri fabbricati a uso abitazione, industria e negozi, su progetto dell’ingegner Traldi, in alcuni isolati posti a nord della strada interna parallela alla via Emilia.

Figura 2 - Prospetto del fronte del Garage Italia, 1920. (ASCMO)

Figura 3 - Prospetto del fronte del Garage Italia, secondo il progetto di modifica del 1932. (ASCMO)

 Nel 1932/33 il fabbricato del Garage Alfa Romeo – Scuderia Ferrari, è oggetto di un ampliamento con sopraelevazione. Si realizza, su progetto dell’ingegner Remigio Casolari, una pensilina di fronte alla facciata principale, con l’aggiunta di una campata che interessa anche i locali dell’abitazione al primo piano. Nel 1937 l’Alfa Romeo chiude l’attività e Ferrari si dedica alla costruzione di rettificatrici e parti di velivoli per passare presto anche al comparto automobilistico.
Gli interventi degli anni 1940/41 sono presentati a nome della “Auto Avio Costruzioni – Enzo Ferrari” e interessano la costruzione di un fabbricato lungo il fianco nord del precedente complesso, a uso portineria e di uno, posto in continuità, a uso spogliatoio. Il fronte su via Trento e Trieste, nel corso degli anni Sessanta e Settanta, viene semplificato con la chiusura del portico e l’eliminazione di tutti gli apparati decorativi della palazzina, determinando due volumi caratterizzati da semplici aperture su un paramento in mattoni faccia a vista.
Nel 1992 il Piano di Recupero presentato dalla Fiorano Due SpA firmato da Filippo Fantoni prevede la demolizione dell’intero isolato per la realizzazione di un garage multipiano del tipo a silos, di parcheggi in prossimità del centro storico e di spazi commerciali. Questi sono serviti da una galleria posta al piano terra (e in parte al piano primo), in una piastra direttamente fronteggiante viale Trento Trieste, da cui avviene anche
l’accesso ai parcheggi. Una rampa conduce al primo livello, da cui si accede a un’altra rampa carrabile che serve i sovrastanti cinque piani adibiti a posteggio per un totale di 448 posti.
La funzione stessa, unitamente al movimento dei mezzi all’interno, ispira la composizione dei prospetti, realizzati in componenti prefabbricati in cemento armato, tagliati lungo tutta la lunghezza da un’apertura orizzontale, che in corrispondenza delle rampe, asseconda il profilo inclinato dei sistemi di risalita verticali.

Figura 4 - Vista attuale del parcheggio multipiano su viale Trento e Trieste. (Foto V. Bulgarelli)

Fonti archivistiche e bibliografiche

ASCMO, Ornato, 1920/67 (primo progetto Caiti).
ASCMO, Ornato, 1932/133.
ASue Modena, prot. 4286/87.
ASue Modena, prot. 30303/92.

G. Fossati, La prima sede della Scuderia Ferrari a Modena, Modena, Edizioni il Fiorino, 2002.


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