Industrie Stilma

via Emilia Ovest 960/A

1968, 1978-1981 (ampliamenti)

Vinicio Vecchi


Situato nella zona industriale di via Emilia ovest, il complesso progettato da Vinicio Vecchi si compone di un corpo servizi, disposto longitudinalmente su strada, che ospita la palazzina uffici e lo spazio mostre e di un volume retrostante destinato alla produzione. La fabbrica è commissionata nel 1967 dalla S.A.R.A. per la produzione di scaldabagno e materiali igienici sanitari. Nel 1978, il gruppo Stilma SpA, società operante nel settore dei trafilati metallici, che negli anni Sessanta acquisisce la fabbrica Candele e Accumulatori Maserati, ingloba la ditta e commissiona allo stesso Vecchi un ampliamento della parte produttiva e in seguito la realizzazione nel 1985, della Nova Stilmoil.

23Figura1

Figura 1 - Vista attuale della palazzina uffici da via Emilia Ovest. (Foto C. Fornaciari)

L’interesse maggiore del progetto si concentra, da un punto di vista architettonico, sul volume degli uffici, composto di due piani fuori terra, di cui il superiore appare completamente sospeso sul sottostante, interamente vetrato per accogliere i locali espositivi. L’edificio ricerca continui momenti di rottura della regolarità del volume e dei fronti, secondo un processo compositivo analogo ad alcuni lavori di Ignazio Gardella o dello stesso Vecchi, si pensi all’edificio per la Caglio Bellucci, analogo anche per trattamento materico, a testimonianza di come Vecchi interpreti il tema dell’edificio per l’industria, non assecondando il solo aspetto funzionale e non rinunciando al dato espressivo.
Per esempio l’ingresso, accessibile mediante alcuni gradini, è posto all’interno di una rientranza del volume posizionata sullo spigolo del fronte occidentale, coperta da una soletta in cemento armato. Questo rompe la naturale assialità centrale del fronte, dettata dalla netta prevalenza della componente orizzontale. La rottura della scatola muraria si nota con maggiore evidenza, tanto da diventare il motivo dominante di tutto l’edificio, nel trattamento del prospetto al primo piano. Esso segue, in pianta, un motivo a risega che produce lo sfalsamento continuo di porzioni di facciata, la quale risulta scomposta in numerose facce, ciascuna posta su un differente piano rispetto a quelle attigue. Oltre alla giacitura, i diversi piani si differenziano anche per il trattamento materico. Le parti cieche sono rivestite in mattoni faccia a vista, mentre quelle finestrate sono lasciate a intonaco color cemento. Sulla porzione sottostante le finestre di maggiori dimensioni, un motivo a cornici concentriche sembra evocare, unitamente al lavoro di scomposizione dei piani, anche alcuni temi dell’architettura di F.L. Wright. Il movimento della facciata infine, è sottolineato e proseguito dal profilo a risega del cornicione in cemento armato che corona l’edificio.

Figura 2 - Prospetto principale, 1968. (BPMO, foto P. Pugnaghi)


Fonti archivistiche e bibliografiche

BPMO, Archivio Vinicio Vecchi, Stabilimenti industriali.

 

Copyright©2015Comune di Modena