Casa Gavioli

via E. Papazzoni 37–43

1935

Mario Alberto Pucci

L’abitazione insiste su un lotto liberato dalla dismissione della ferrovia provinciale Modena-Mirandola, situato all’angolo di via Ernesto Papazzoni con viale Virginia Reiter, asse stradale che, negli stessi anni dell’edificazione della casa e negli immediati successivi, si specializza in attrezzature ed edifici pubblici quali: il Liceo Scientifico Tassoni e la sede INAIL, in cui il linguaggio moderno, civile e anti-monumentale, diventa la cifra stilistica del luogo. In questo contesto la casa progettata da Mario Pucci sembra voler confermare tale caratterizzazione. Destinata ad abitazione del committente e ad appartamenti in affitto, essa assume un doppio codice, diversamente dalle quasi coeve villa Pucci e villa Nava dello stesso autore che, per le loro ridotte dimensioni e l’unica destinazione funzionale, meglio si prestano alla sperimentazione di un linguaggio più unitario.

Fronte su viale V. Reiter (Foto C. Fornaciari)

In casa Gavioli, il fronte su viale Reiter è definito da un prospetto rigoroso scandito da semplici aperture verticali su un paramento in mattoni a listelli a vista nei due piani in elevazione, con un portico al piano terra controbilanciato all’ultimo dal sistema pilastri-travi a vista della terrazza, entrambi frutto della “fuoriuscita” del telaio strutturale, secondo una ricorrente prassi del razionalismo, assai nota e praticata dall’autore. Il prospetto laterale prosegue tale maniera, presentando alcuni elementi di linguaggio maggiormente aderenti al modernismo italiano, soprattutto milanese, visibile nella sporgenza dei due balconcini con il parapetto metallico di derivazione “navale” e le grandi logge ritagliate sul piano di facciata perpendicolare ad intonaco bianco, che rimandano, quasi citandole, a contemporanee esperienze quali: la casa a struttura ad acciaio presentata alla Triennale del 1936. Tale divisione del linguaggio si rende marcata nel fronte principale, grazie al piano intonacato sfondato dai balconi, sporgente rispetto a quella frontale che accentua la differenziazione delle parti dell’edificio, non solo per il ricorso ai trattamenti delle superficie ma anche dal punto di vista volumetrico.


Fonti archivistiche e bibliografiche

V. Bulgarelli e C. Mazzeri (a cura di) Città e architetture. Il Novecento a Modena, Modena Franco Cosimo Panini Editore 2012.

L. Montedoro (a cura di), La città razionalista. Modelli e frammenti. Urbanistica e architettura a Modena. 1931-1965, RFM Edizioni, Modena 2004.