Villa Perucci

viale Caduti in Guerra 83

1932

Lelio Delfini

 

Più tarda rispetto alla Fiaccadori Leonardi, la villa vede cimentarsi lo stesso architetto Lelio Delfini (1887-1961) non più in qualità di collaboratore, ma in veste di autore firmatario del progetto in un’ulteriore declinazione del tipo edilizio affrontato in molti altri esempi, tra cui il villino in via Vittorio Veneto del rag. Attilio Benassi e altri in via Barbieri per Silvio De Pietri, in via Giardini per il cav. Emilio Bianchi e in viale Vittorio Veneto per il Marchese Aldobrandino Rangoni. La villa si situa nei terreni ridefiniti a partire dall’abbattimento delle mura lungo il nuovo viale Regina Margherita e dalla creazione delle prime lottizzazioni dell’espansione orientale, nella fascia immediatamente a ridosso del centro storico, verso nord.

Disegno del primo progetto (Archivio Storico Comune di Modena - Foto P. Pugnaghi)

I numerosi dettagli decorativi, documentati anche nei disegni di archivio, rivelano la formazione accademica dell’architetto, diplomato all’Istituto di Belle Arti di Modena presso cui consegue la licenza di insegnamento di disegno architettonico. Particolarmente lavorate le cornici delle finestre, in cui le piattabande in mattoni a vista sono a loro volta riquadrate da specchiature ad intonaco, così come la parte muraria sotto le finestre, anche in questo caso abbellite dallo stesso motivo arcuato.

Disegno del progetto definitivo (Archivio Storico Comune di Modena - Foto P. Pugnaghi)

Ancora, particolarmente accentuate le spallette delle finestre trattate a conci di finta pietra che si stagliano sul paramento in mattoni faccia a vista. Al primo piano, poi, questo elemento rustico prosegue per tutta la lunghezza del fronte sdoppiando in tal modo la fascia marcapiano con una seconda all’altezza dei davanzali delle finestre. Il tutto è volutamente ridondante e saturo, nella volontà di accentuare il carattere dell’edificio assai massiccio, caratteristica anche di un eclettismo ormai avanzato nel tempo. Il volume culmina nella torretta aperta da un belvedere sostenuto da archi scalettati e colonnine, anch’essa lavorata con dettagli che interessano, i doccioni in cemento disegnati con figure zoomorfe, inserti decorati con motivi a linee spezzate (presenti anche nella villa Fiaccadori-Leonardi) e volute, riquadrature concentriche e stemmi.


Scheda a cura di Matteo Sintini.


Fonti archivistiche e bibliografiche
Archivio Storico Comune di Modena, Fondo Ornato Particolare 1932/15
Alberto Barbieri, A regola d’arte, pittori, scultori, architetti, fotografi, scenografi, ceramisti, galleristi, critici e storici d'arte nel modenese dell'Ottocento e del Novecento, Mucchi Editore, Modena, 2008.
G. Bertuzzi, Modena Nuova. L'espansione urbana dalla fine dell'Ottocento ai primi decenni del Novecento, Modena, AEDES Muratoriana 1995, p. 54


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